Doveva essere l'autunno del 1989 o i primi mesi del 1990, stiamo tornando a casa da un'uscita degli scout, calzoni corti e capelli lunghi come solo a sedici anni si riescono a conciliare. San Salvario è umida e grigia e, mentre attraversiamo l'ultima manciata di isolati che ci separano da casa, il mio amico M. mi chiede a bruciapelo chi sia il mio chitarrista preferito. All'epoca entrambi siamo fan sfegatati del Boss [1]Lo siamo entrambi tutt'ora, anche se forse meno sfegatati., entrambi suonavamo la chitarra, ma recentemente lui è caduto nel tunnel dei Guns N' Roses e, chitarristicamente, vede solo Slash. Quando rispondo superficialmente "Springsteen", M. mi rimette a posto con quell'infinita sicurezza che solo a sedici anni si può avere: "Springsteen può essere il tuo artista preferito, ma non il tuo chitarrista preferito, oppure non hai capito niente di chitarre".
All'epoca ci rimango pure un po' male. Un po' perché a quel tempo l'opinione di M. - su musica e chitarre, ma anche tutto il resto - è legge per me; un po' perché a sedici anni i gusti sono polarizzati e settari, e, se M. ed io non la pensiamo nello stesso modo, vuol forse dire che non siamo veramente amici? [2]Spoiler: siamo rimasti amici. Non sembra possibile, ma c'è vita oltre l'adolescenza. Rimuginerò a lungo su quello scambio [3]E chissà se M. se lo ricorda così chiaramente come me?, e ci metterò parecchio a capire che, in molti sensi, aveva ragione lui. E dire che avrei potuto rispondere Eric Clapton, Mark Knopfler, David Gilmour o Stevie Ray Vaughan. Visto cosa ascoltavo in quel periodo della mia vita, non avrei certo mentito e ne sarei certamente uscito meglio. Per mettere definitivamente via la scarsissima Telecaster Squier color albicocca che suonavo all'epoca e comprarmi una bella Stratocaster mi ci sarebbero voluti ancora diversi anni, molta introspezione e, paradossalmente, anche parecchio ascolto – tra gli altri – di Slash, dai Guns N' Roses al resto.
L'ultimo disco di Slash, Orgy of the Damned, uscito nel 2024, è una vera bomba. Sono tutte cover di vecchi blues ripresi in chiave hard rock, con contributi eccellenti tanto alla voce quanto agli altri strumenti. In questo momento la mia preferita è Killing Floor, con Brian Johnson che canta e Steven Tyler che suona l'armonica e schiamazza, ma il disco vale la pena tutto. Ascoltatelo, se vi va, come se aveste sedici anni.
Lord knows, I should'a been gone
And I wouldn't've been here, down on the killin' floor
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