I miei genitori hanno deciso di vendere la casetta in campagna acquistata nel 1978, quella casa amata e odiata dove ho passato estati lunghissime, noiose e creative, weekend umidi e freddi di autunno e inverno, e dove ho costruito aggeggi, giocato con il mio amato plastico dei trenini elettrici, disegnato e dipinto, letto fumetti e fantascienza, imparato a suonare, spazzato foglie, spezzato rametti per la stufa, calpestato cachi spiaccicati, girato in bicicletta in lungo e in largo le colline intorno, giocato a pallone, salito alberi, tirato frecce, servito messa come un chierichetto uscito da un libro di Guareschi, fumato di nascosto pipe di mais autocostruite, sparato raudi, abbaiato alla luna, scoperto la libertà, portato le fidanzate, composto musica, festeggiato con gli amici, accolto l'avvento dell'età adulta.
Ci sono ottime e razionalissime ragioni per questa vendita, ma per spiegarle dovrei raccontare cose intime e dure che non riguardano solo me: non è cosa che posso e voglio fare qui, e preferisco dunque tenermele nel cuore. Resta il fatto che, nonostante in quella casa non mettessi piede da anni, la decisione è dolorosa come lo sono tutti i tagli con il passato, e i segni tangibili dell'irrimediabilità del tempo che passa, per me e per le persone a cui voglio bene. Da quando l'idea iniziale è diventata realtà, allora, ho magonato un po' e affrontato un vero lutto, con tutti gli alti e i bassi che accompagnano il processo. Visto che entrambi i miei genitori non sono esattamente dei ragazzini, poi, con il poco tempo che ho, e tenendo conto che abito in un'altra nazione, sto cercando di dare una mano a svuotare la casa. Mi accollo allora a tratti anche la fatica emotiva di decidere cosa tenere e cosa buttare, in un posto dove ogni oggetto ha una storia e un valore affettivo, per loro, per me, per mia sorella.
Qualche weekend fa sono allora sceso in Italia per dare una mano a questa procedura di svuotamento, e questo weekend sono di nuovo qui per completare l'opera. Per meglio sopportare l'andare e il tornare, mi sono fatto una playlist che - direttamente o indirettamente - parla di quel posto, del tempo passato lì, delle sensazioni provate allora, della malinconia di oggi, ma anche della speranza che la vita sia più dei posti e degli oggetti che accompagnano i nostri passi, e sia soprattutto più del tempo che passa e delle cose che finiscono, evolvono, decadono. La metto qui, senza pretesa alcuna che vi piaccia, perché è ovviamente mia e probabilmente non dice niente a nessuno se non a me.
La foto che fa da icona alla playlist mostra quello che si vede dall'abbaino della casa, abbaino da cui ho guardato il mondo ogni mattina di tante fini estate, quelle quando il tempo è ancora bello ma si sente che sta per arrivare l'autunno, e l'inizio della scuola o la sessione degli esami di settembre stanno per arrivare. L'infisso è quello della finestra nuova, quella montata durante la ristrutturazione della casa. Mi ricordo di aver inciso l'infisso vecchissimo che c'era prima, quando la mansarda che ho occupato per anni era ancora soltanto una soffitta polverosa e inabitabile, con la punta delle forbici da elettricista di mio padre che probabilmente ero salito a prendere per le scale ripidissime, per fare un qualche lavoro o per rimetterle a posto. Avrò avuto 9 o 10 anni, e ricordo di aver realizzato per la prima volta nella vita - complice quel gesto quasi da vandalo, ma era poi una strisciolina sul legno antico che si sbriciolava - che tutti i miei gesti lasciavano un segno indelebile nel mondo, e che non ero, come forse avevo pensato fino ad allora, solo un accidente passeggero su una tela immutabile, e che allora avrei dovuto riflettere bene a che segno avrei voluto lasciare.
Non è la prima volta che scrivo della casetta in campagna in questione, dell'autunno che arriva a ricordarci del cammino indifferente dell'entropia, e della lotta che vale comunque la pena. E, guarda caso, la colonna sonora è la stessa. Ciao Cavagnolo, s'ciao, giovinezza.
P.S. Mi sono reso conto che non tutti utilizzano Spotify per ascoltare musica, quindi qui sotto trovate la lista dei brani della playlist menzionata nel testo precedente, nel caso preferiate cercarli altrove:
- Autumn Leaves (Eric Clapton)
- California Dreamin' (The Mamas & The Papas)
- Incontro (Francesco Guccini)
- Don't Think Twice, It's All Right (Bob Dylan)
- Between Two Points (David Gilmour & Romany Gilmour)
- Pilgrim (Eric Clapton)
- Quello Che Non... (Francesco Guccini)
- Round Here (Counting Crows)
- L'Ultimo Spettacolo - Live (Roberto Vecchioni)
- Reason to Believe (Bruce Springsteen)
- Helplessly Hoping (Crosby, Stills & Nash)
- All Along the Watchtower (Jimi Hendrix)
- Atlantic City - Live at Madison Square Garden (Bruce Springsteen)
- Cencio (Francesco Guccini)
- What It Is (Mark Knopfler)
yopenzo dice
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Vanitas_vanitatum_et_omnia_vanitas
Sostituire Dio con Amore, o con quello che a ognuno più gli garba, o con il pensoso niente del tutto leopardiano.
E per una botta di allegria nella tua playlist aggiungi Brothers in Arms, adatto alla stagione e al periodo storico.
Ciao e süu da co' (su di collo) ovvero su con la vita, come diciamo qui in Ticino.
Marco dice
C’è “What it is” alla fine, facciamo che va bene quella per riprendere la speranza 🙂
emanuela dice
Mi sono commossa, dover eliminare improvvisamente le testimonianze di pezzi di vita strappa il cuore, le si davano per scontate, non ci si pensava, poi...è davvero come un lutto per lei e la sua famiglia, l'autunno non aiuta...ma con i suoi ritmi di vita presto il dispiacere passerà in secondo piano. Grazie come sempre per condividere la sua vita intima con noi, è bellissimo anche se questa volta si piange
Abramo dice
Già fatto, tanti ricordi e qualche rimpianto.
Giuseppina dice
Le colline intorno a Cavagnolo sono state il "parco giochi" dell'infanzia di mio figlio e hanno dato il loro contributo di spensieratezza anche agli anni dell'adolescenza, per cui capisco il tuo stato d'animo nel salutare quei luoghi. Il paesaggio dalla finestra della soffitta è stupendo, lo sguardo può sconfinare e presumo che sia stato fonte di ispirazione e aiuto negli impegni che hai intrapreso nella tua vita. A questo proposito ti chiederei di cominciare a pensare ad un nuovo contributo (divulgativo!) in tema della fisica delle particelle. Sono passati 10 anni dalla pubblicazione del libro "Particelle familiari" Te ne sarei grata.
Ciao
Mauro dice
Mi ricorda il romanzo di Umberto Eco, La misteriosa fiamma della regina Loana (https://it.wikipedia.org/wiki/La_misteriosa_fiamma_della_regina_Loana).