È domenica mattina, Giulia studia l'Illuminismo in camera sua, io mi porto avanti con il presepe di materiale riciclato che abbiamo deciso di fare per questo Natale. L'idea è quella di dare una base di colore a tetti, pareti e terreno, alla quale poi la fanciulla potrà aggiungere i dettagli. Ovviamente i colori acrilici di Giulia non bastano per coprire tutto, ma la provvidenziale cantina fornisce una latta di biacca da muri avanzata da qualche pittura casalinga, che mescolata con un po' di colore fa alla bisogna.
Dopo pranzo la base è sufficientemente asciutta per dipingerci sopra i dettagli: sassi, infissi, mattoni. Sporchiamo anche un po' i muri con avanzi di colore e carta da cucina (un passaggio che ci riesce molto bene!), e usiamo un pezzo di carta velina bianca trovato da Giulia in un cassetto per fare i vetri delle finestre.
Balcone e portoni sono asciutti, incolliamo queste ultime lievemente aperte. Ci piace l'idea di rappresentare delle case abitate, con qualcuno dentro che non ha avuto spazio o voglia di ospitare i pellegrini che chiedevano ospitalità, e che finiranno allora nella stalla. Nel tardo pomeriggio Giulia torna ai compiti da finire, e allora io mi occupo dell'installazione delle lucine e, una volta fatto, incollo i tetti.
Niente è perfetto in questo borgo-presepe, un po' come in questo Natale che si avvicina. I muri sono storti, le luci filtrano dalle fessure. Mi viene in mente Leonard Cohen, e va bene così, è giusto così:
Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There is a crack, a crack in everything
That's how the light gets inSuona le campane che ancora possono suonare
Lascia perdere le offerte perfette
C'è una fessura, una crepa in ogni cosa
È da lì che entra la luce
Alba dice
E' bellissimo!
Buon Natale Marco, a te, a Irene e a Giulia.
Matteo dice
Buon Natale . La citazione è perfetta (quella si), la luce entra.