Il mese scorso, sul bus che ci portava alla visita dei castelli della Loira durante la conferenza di Blois, mi sono ritrovato a chiacchierare con un collega di CMS di libri e letture, e di fantascienza in particolare. Il collega in questione aveva appena terminato di leggere il terzo libro della trilogia di Ann Leckie detta "Imperial Radch", intitolato Ancillary Sword, e mi chiedeva se conoscessi i romanzi della Leckie. Una lampadina mi si è accesa nel cervello: certo che avevo letto qualcosa di Ann Leckie! Nell'agosto del 2016, cercando di avanzare nell'impresa di leggere tutti i romanzi che avessero vinto tanto il premio Hugo che il Nebula, avevo infatti divorato Ancillary Justice, il primo della serie. Peccato che non ne avessi mai scritto la pur minima recensione, come quell'anno mi ero riproposto per le rimanenti letture del progetto. La chiacchierata sul bus mi ha fatto da una parte venire voglia di leggere anche gli altri due Ancillary (Mercy e Sword), dall'altra mi ha ricordato che era ora di segnalare la lettura di Ancillary Justice.
Ancillary Justice potrebbe sembrare una space opera di come ce ne sono tante, non fosse che il/la protagonista del romanzo, Breq, è un essere dal genere indefinito (perché nell'universo dell'impero Radch le persone non si distinguono per genere, anche se fisicamente ne abbiano uno), essere che fino a qualche tempo prima era un "ausiliario" (ancillary) controllato dall'intelligenza artificiale collettiva alla guida di una nave spaziale, la Giustizia di Toren (Justice of Toren). La storia di Breq in Ancillary Justice si muove dunque su due piani temporali: un passato dove è ancora parte della sua astronave, con le implicazioni politiche di certe azioni compiute in quella funzione, e un presente dove Breq è sopravvissut* alla distruzione della nave, ne conserva una parte della coscienza collettiva che ha condiviso fino a qualche tempo prima, fa i conti con un'individualità che ritorna in superficie, e vs in cerca giustizia per la Giustizia di Toren distrutta a seguito di un intrigo intergalattico di cui non dirò niente di più per non rovinarvi la lettura.
Ancillary Justice ha un scrittura molto interessante, profondamente impegnata a rendere un mondo le cui convenzioni sociali sono molto diverse dalle nostre, e dove i confini tra coscienza individuale e collettiva sono molto labili. Non ho idea di come tutto questo sia stato reso nella traduzione italiana, ma nella versione inglese, per esempio, l'uso ambiguo dei pronomi personali rende perfettamente questo senso di distanza. Tutto questo dovrebbe bastare a consigliarne la lettura, ma, nel caso, si sappia anche che queste idee di fondo di per sé molto interessanti stanno a sostegno di un appassionante intrigo cosmico, e dell'evolvere di un impero che ricorda quello romano trasportato a dimensioni galattiche, con le questioni dell'assimilazione e dell'asservimento delle culture conquistate trasportate tra le stelle. Da leggere assolutamente!
P.S. Nel frattempo mi sono reso conto che, rispetto all'ultimo aggiornamento del progetto di lettura, un nuovo romanzo si è aggiunto alla lista:
- 2018/2017: The Stone Sky by N. K. Jemisin (464 pagine, ed è pure il terzo di una trilogia, mi toccherà leggere gli altri prima?)
Riccardo dice
Grazie. Sei un punto di riferimento sia dal punto di vista scientifico che per gli spunti di lettura mai banali.
Ivanuzzo dice
Un libro interessante, giustamente la traduzione e adattamento dev'essere fatto con tutti i crismi come per altri autori come Saramago le cui parole hanno gnuna un "peso atomico" e non sono scelte a caso.
Lo cercherò.