L'altra sera a cena Irene ed io discutevamo animatamente di politica italiana, complice l'arrivo dei bustoni elettorali per il voto dall'estero alle prossime Elezioni Politiche del 4 marzo. Giulia, dieci anni, a un certo punto ci ha interrotto: "Ma c'è qualcuno che vi convinca? C'è mai stato qualche politico che vi sia piaciuto del tutto?". Santa verità in bocca ai bambini: in effetti da mesi, forse da anni, non facciamo altro che lamentarci e brontolare. Quello è ignorante, quest'altro è un miserabile voltagabbana, quest'altro ancora è davvero imbarazzante, impresentabile. Tutto bello, tondo e ragionevole, ma il messaggio che passa, purtroppo, è che tutto faccia sempre e comunque schifo. Bel modo di educare i bambini alla partecipazione politica.
Alla fine, facendo uno sforzo di testimonianza positiva, Irene ed io abbiamo (tristemente) risposto che l'ultimo esperimento politico che ci avesse un po' fatto sognare un futuro politico migliore era stato Prodi. Nel 1996. 1996 che peraltro è anche l'anno in cui Irene ed io ci siamo fidanzati, per cui probabilmente guardavamo la realtà con gli occhiali rosa dell'amore - e degli ormoni. La cosa ha rincuorato un po' Giulia, e la conversazione è proseguita, tra domande a volte non semplici ("Perché vi piaceva Prodi?" "Vediamo... Perché il suo progetto politico cercava di mettere insieme persone con storie e idee diverse, ma con obiettivi comuni?").
Al di là della riflessione educativa che quelle chiacchiere serali mi hanno obbligato a fare (che cosa raccontiamo ai nostri figli della politica? Diciamo ancora loro che vale la pena partecipare? Che amministrare la cosa pubblica può essere un'opera degna e meritoria? Che ci possono essere idee per cui vale la pena impegnarsi?), le domande di Giulia mi hanno anche obbligato a cambiare atteggiamento rispetto a queste elezioni politiche. Era probabilmente ora di smetterla con il mugugno del "Non so proprio cosa votare", "Fanno tutti ugualmente pena" e "il PD non avrà il mio voto ancora una volta", che sono diventati il ritornello nel mio circolo di amicizie e conoscenze vagamente orientate a sinistra.
Questa storia non ha una morale, se non che:
- Dal giorno seguente alla conversazione serale con Giulia, mi sono messo più seriamente a studiare i profili dei candidati nelle liste del mio collegio elettorale. Nonostante vada di moda dire che votare il meno peggio sia l'unica soluzione per arginare un futuro apocalittico, non credo sia vero, e non credo sia intellettualmente onesto porre la questione della partecipazione politica in forma di ricatto morale. Ci abbruttisce in quanto elettori e in quanto persone, e, nel mio caso, anche in quanto genitori con velleità educative. La realtà è che qualcuno nella cui onestà intellettuale credere e le cui idee condividere si può trovare. Nel mio caso, si è trattato per esempio di cercare qualcuno che sostenesse una politica migratoria diversa da quella attuata dall'attuale governo italiano (politica migratoria criminale e omicida, e, non fosse chiaro, sto parlando del protocollo Minniti, e delle responsabilità nel genocidio dei migranti e nelle politiche di rigetto dei migranti). Provateci anche voi, e non cadete prede delle sirene apocalittiche.
- Massimo D'Alema è causa della rovina di qualunque federazione vagamente unitaria delle anime del centro sinistra, e questo ininterrottamente dal 1997. Non ha avuto il mio voto da quando ha affossato quell'esperienza, e non lo avrà oggi.
Alla fine, da bravo residente all'estero, ho votato ieri mattina, e la mia busta attende di raggiungere il Consolato all'inizio della settimana prossima. Che cosa ho votato non ve lo dico, non perché voglia tenerlo segreto, ma perché questo articoletto non vuole essere uno spot elettorale nell'una o nell'altra direzione. Piuttosto e' un invito. Provate a fare uno sforzo, specie se siete elettori delusi dall'attuale PD. Non siete obbligati a fare la scelta del "meno peggio", ci sono alternative, e non solo per mettersi a posto la coscienza.
P.S. per chi volesse leggere delle riflessioni un po' più corpose della mia in risposta alla posizione del non-si-può-votare-altro-che-il-PD di Francesco Costa, consiglio Luca Sofri, Christian Raimo e Fana e Gabutti.
Fabio dice
Credo che alla fine tu abbia votato +Europa. Che avrà anche il mio voto.
Marco dice
In effetti 🙂 I due capolista di +Europa nella circoscrizione estero/Europa, Alessandro Fusacchia e Alberto Alemanno, mi hanno fatto entrambi una buona impressione, e il mio voto è andato a loro.
mmorselli dice
Lo avevo intuito, ed è lì che andrà anche il mio voto, per il primo anno ci ho dovuto pensare su parecchio, di solito votavo i partiti non in base al programma, ma in base a statuto e codice etico, ovvero in base all'organizzazione democratica del partito, perché i programmi sono idee assolute scolpite sulla pietra, e in democrazie le idee si elaborano, si confrontano, si cambiano, si adeguano. E il metodo che mi interessa, più di ogni altra cosa. Non questa volta però, perché se dovessi votare sul metodo dovrei annullare la scheda, e non mi va.
Marina Napoleoni dice
Anche io oggi stanca di andare a votare con il naso tappato (PD) mi sono messa a cercare ed ho individuato + Europa. Io spero che non sia un voto disperso. Qualcuno può darmi il suo parere?
Claudio dice
Gentilissimo Dott. Delmastro, ho motivo di credere che lei, da Ginevra, abbia una visione alquanto ovattata della situazione in Italia. Le è mai capitato, in Svizzera, all'uscita di un bar o di un supermercato, di imbattersi in un africano che le chiede dei soldi, come questuante o come parcheggiatore abusivo ? Oppure che a tutti i costi, le vuole vendere un paio di calzini o qualche patacca ? Beh, in Italia, da Trento a Canicattì, ne siamo pieni e questo, grazie anche al PD.
Dott. Delmastro, insieme a molti altri ricercatori italiani impiegati al CERN, lei rappresenta quanto di meglio l'Italia riesce ad esprimere nel campo della ricerca scientifica. Pensando a voi, proprio non posso esimermi dal ricordare un'altra nostra connazionale, che proprio in Svizzera ha trovato la morte per mano di quello che qualcuno a sinistra chiama "risorse".
https://www.dazebaonews.it/italia/societa/mater-et-labora/41849-valentina-tarallo-la-ricercatrice-uccisa-di-cui-non-si-parla-piu.html
Il 4 marzo noi faremo di tutto per cambiare in meglio l'Italia, anche senza di lei e i suoi consigli.
La saluto con immutata stima.
Marco dice
Claudio,
Ovviamente lei può fare le scelte politiche che meglio le si confanno. Da parte mia, non ho mai nascosto le mie posizioni nemmeno su queste pagine, e rivendico il mio pensare che tutte le persone, qualunque sia la loro origine e la loro nazionalità, debbano avere gli stessi diritti e le stesse opportunità anche e sopratutto sul suolo di una nazioni (o un consesso di nazioni come l'Europa) che dell'accoglienza e del rispetto vorrebbe, almeno a parole, fare le sue bandiere e i suoi pilastri fondatori.
Mi permetta però di risponderle almeno sul tono del suo intervento. Da una parte trovo disonesto supporre una mia "ignoranza privilegiata", dall'altra assumere che la povertà e il disagio esistano solo in Italia, e che siano esclusivamente associati al fenomeno dei migranti. Invece di darsi a dichiarazioni massimaliste, la invito a leggersi i numeri e riflettere su quanti siano in effetti i migranti che entrano sul suolo italiano ogni anno, quanti ci restino (per la maggior parte di loro l'Italia è solo una meta di passaggio), e come questi numeri si confronti con quelli della popolazione. Potrebbe partire dal sito dell'UNHCR, che non è un'organizzazione politica, e non può essere tacciato di avere un programma elettorale da difendere:
https://www.unhcr.it/risorse/carta-di-roma/fact-checking/gli-sbarchi-italia-nel-2016-dati-smentire-lallarmismo
Analogamente, la invito a evitare di usare i casi di delitti commessi da migranti come coperta per estrapolare un atteggiamento comune a un gruppo che è ovviamente eterogeneo. Altrimenti, per onestà intellettuale, dovrebbe estendere lo stesso trattamento agli italiani per ogni delitto commesso da chi in Italia è nato e ne ha gratuitamente la nazionalità. Lei considera per questo tutti i suoi concittadini mafiosi? Evasori fiscali? Femminicidi? Bulli? Si permette di estendere all'intera popolazione una predisposizione a questi delitti solo perché perpetuati con regolarità da italiani?
P.S. ho rimosso il link al blog de Il Giornale, perché non amo che queste pagine vengano usate per pubblicizzare le pagine di un giornale che ha smesso di fare giornalismo da tempo, e si limita a perseguire una propaganda faziosa e spesso deliberatamente fuorviante.
Claudio dice
Grazie per la sua risposta. Nonostante le grandi divergenze di vedute, apprezzo la sua gentilezza e pacatezza, assolutamente ammirevoli in questi tempi dove sembra che si faccia a gara nell'alzare ed inasprire i toni del confronto politico. Non era mia intenzione fare alcuna supposizione di "ignoranza privilegiata". Probabilmente, a Ginevra Cornavin e dintorni, le autorità elvetiche dimostrano di saper gestire quelle che possono essere le conseguenze di una immigrazione non esattamente auspicata (seppur "di passaggio" anche se ultimamente, non mi sembra che in Germania ed in Scandinavia ne siamo oltremodo entusiasti), in maniera più efficiente di quello che gli elettori italiani percepiscono transitando per Milano Centrale e dintorni, o Roma Termini e dintorni.
In tema di testate giornalistiche, lei ha le sue convinzioni, io ho le mie, ma in merito all'indipendenza, all'onestà intellettuale e all'equidistanza di UNHCR e Carta_di_Roma, mi permetta di dissentire
http://www.lastampa.it/2017/05/07/blogs/underblog/le-ong-umanitarie-la-rete-di-george-soros-JCF9NsRjVriK60sEnpA37J/pagina.html
Per quanto concerne l'uso strumentale di fatti delittuosi, ho motivo di credere che il prossimo 4 marzo, faranno sentire la propria voce tutti quei connazionali che ritengono di avere già problemi con i delinquenti nostrani, senza bisogno di doverne importare dall'estero.
Buon lavoro al CERN e continuate a renderci orgogliosi di voi.
Marco dice
Buonasera,
Non sono sicuro di seguire il suo commento sull'equidistanza dell'UNHCR, e, a dire il vero, nemmeno di capire bene quale sia l'oggetto del contendere. Vediamo se riesco a chiarire.
Io ho una posizione molto critica nei confronti dell'attuale politica italiana (ed europea) di gestione e accoglienze dei migranti, che è una delle ragioni che mi portano a fare una certa scelta elettorale. Una parte delle mie critiche va anche al modo con cui la presunta emergenza migranti viene presentata, in particolare da alcune aree del giornalismo italiano chiaramente schierate a destra, ma, purtroppo non solo. Mi sembrerebbe dunque intellettualmente onesto, per esempio, discutere di migrazione partendo da numeri che siano super-partes, e in questo se le ho citato l'UNHCR, che mi pare una delle fonti più attendibili in questo campo. Lei mi risponde proponendomi un articolo che vorrebbe indagare sui presunti legami tra il magante Soros e una certa serie di ONG. Mi spiega dove sta il nesso? L'indipendenza delle ONG umanitarie, la trasparenza del loro finanziamento, e l'accountability del loro operarono sono sicuramente argomenti importanti da dibattere, ma come si correlano con la questione dell'allarmismo rispetto al fenomeno delle migrazioni, e l'impatto sulle società europee in generale e italiana in particolare?
Non è che stiamo facendo (deliberatamente o meno ) un gran miscuglio? Dai miscugli è sempre difficile tirare delle conclusioni che non siano opinabili (nel senso di pure opinioni, non supportate dai fatti).
mmorselli dice
Claudio, il 4 marzo gli italiani probabilmente si esprimeranno scaricando le loro paure e le loro frustrazioni sul capro espiatorio di turno, ma cambierà qualcosa? Non è con una croce su un foglio che si fanno scomparire le persone dal pianeta, i problemi causati da una parte piccola ma significativa di immigrati sono il sintomo di un problema che non sparirà da solo. Mettere la polvere sotto il tappeto non fa sparire la polvere, la copre solo con un tappeto.
Le auguro di sbagliarmi, e che dal 5 Marzo non vedrà più un solo immigrato nella sua città. Dove saranno finiti, poi, me lo spiegherà.
Claudio dice
@mmorselli
Egregio Signore, nel mio commento ho esposto il mio punto di vista, nel rispetto delle idee altrui. Mi sembra scontato pretendere pari condizione dagli interlocutori. Mai parlato/insinuato che una croce (sfioreranno i 6.000.000) sul foglio a favore dello schieramento contrario a quello dell'attuale governo, "faccia scomparire le persone dal pianeta" o serva a "mettere la polvere sotto il tappeto". Una parte dell'elettorato giudica pretestuosa la questione dell'immigrazione e parla di capi espiatori, un altra parte dell'elettorato, a torto o a ragione, pensa che 600.000 sbarcati dal 2012 ad oggi (che per il 95% non scappa da alcuna guerra http://formiche.net/2017/07/fake-news-profughi-migranti-anna-bono/ ), forse qualche piccolo problema di ordine pubblico lo hanno procurato, lo procurano, ne procureranno ancora e che comunque, il fatto di andare a prenderli fin dentro le coste libiche, magari in cambio di qualche punto in più di flessibilità dall'Europa
http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2017/7/7/PATTO-SEGRETO-SUI-MIGRANTI-Video-Emma-Bonino-l-Italia-ha-chiesto-di-accogliergli-tutti-E-Renzi-/772814/
non appare la migliore delle soluzioni.
Il 5 marzo gli italiani si confronteranno su questo e su altri temi. Probabilmente, il Paese non sarà governabile per un pezzo (a proposito, chi l'ha voluto 'sto capolavoro di legge elettorale ?), ma sicuramente, il risultato sarà una ripartizione dei seggi ben diversa da quella attuale.
Dove saranno finiti, poi, i seggi mancanti ad uno piuttosto che all'altro schieramento, se crede, me lo spiegherà.
mmorselli dice
@Claudio, se traspare una mancanza di rispetto me ne scuso in anticipo, le assicuro che non è la mia intenzione, purtroppo non è semplice fare domande provocatorie senza essere ruvidi. Provocatorie nel senso che spero provochino una discussione basata sugli argomenti, non nel senso che ho piacere a provocare malumori nei miei interlocutori.
Purtroppo di grandi argomenti non ne ho visti nella sua risposta, ho letto una nuova esposizione del problema, ho letto un "intanto questa volta vinciamo noi e perdete voi", ma soprattutto non ho letto una risposta alla mia domanda: come si risolve il problema dell'immigrazione? Facendone entrare meno? Ma siamo poi sicuri che ne entreranno realmente meno? Soprattutto, se entrare sarà ancora più illegale, non saranno solo quelli ancora più illegali ad entrare? Cioè quella piccola ma importante minoranza che è responsabile di quell'aumento ai problemi di ordine pubblico che si vuole condannare meno ai connazionali e più a chi connazionale non è? La nostra natura di porta d'accesso del Mediterraneo l'ha decisa la geografia, non la politica.
Ecco, io speravo di leggere argomenti che mi facessero riflettere su dettagli e strategie che non avevo considerato, ma per ora mi è arrivato il messaggio (sicuramente per colpa di una mia errata intepretazione) "intanto vinciamo, poi si vede"
Claudio dice
@mmorselli, davvero lei ritiene che io ponga una questione dannatamente seria, in termini di tifoseria da stadio ? Lei mi chiede delle soluzioni. Le soluzioni deve proporle il governo. Nel mio piccolo non ho problemi ad ammettere che si tratta di un tema (e non è l'unico) di grande complessità che va affrontato su più fronti: dal microcredito concesso alle persone nei paesi di partenza, veicolato anche tramite le organizzazioni missionarie (lasci perdere le ONG), ai rimpatri assistiti, ad azioni mediatiche martellanti (sbarcano con lo smartphone in mano) che facciano capire a queste persone prima della partenza, che l'occidente non è il paese di bengodi, che prima di pretendere di attingere dal welfare, bisogna contribuire allo stesso e che i lavori "a basso valore aggiunto" non sono certo disponibili da noi nell'ordine di 150.000/anno. Nel 2007 la TV svizzera fece uno spot anti immigrazione. Lo trova ancora su You Tube. Ricordo su La7, i risibili commenti scandalizzati del benpensante di sinistra. Invece io ritengo che quello possa essere uno dei possibili mezzi. L'unico esponente del governo che ha dimostrato di muoversi nella giusta direzione è il ministro Marco Minniti: "per prima cosa chiudiamo il rubinetto" ebbe a dichiarare alla televisione, quando ne sbarcavano 6.000/giorno (quisquilie secondo qualcuno). Non mi sembra che la posizione di Minniti trovi consensi entusiasti negli esponenti di +Europa, LeU e Potere al Popolo. Nel mio piccolo, vorrei che certi prelati, oltre che del "Dovere di accogliere" parlassero del "Diritto a non emigrare", perché chi per primo si è espresso in tali termini, non era l'ultimo arrivato in Vaticano
http://www.aldogiannuli.it/il-diritto-a-non-emigrare/
Nell'articolo, trova tra l'altro un esempio di soluzione - una delle tante- intrapresa da uno dei governi europei accusato di chiudere le frontiere ai migrati.
In merito ai problemi di ordine pubblico, io non sono un giudice e pertanto non posso condannare nessuno. Io ho solo una mia opinione, maturata vivendo i centri storici e le periferie, leggendo le cronache, esaminando le statistiche indipendenti. Per quanto riguarda i reati contro la persona, i meno tollerabili secondo la mia sensibilità, i dati parlano da soli
Cordialità
Claudio dice
Buonasera Dottore, lungi da me il voler abusare della sua ospitalità.
Lei mi ha proposto i dati di UNHCR come fonte attendibile. A mio avviso non lo è, ma evito di polemizzare. Per me valgono solo i dati da fonte istituzionale e questi ci dicono che s o l o dal 2016 ad oggi, sono sbarcati in più 300.000 .
http://www.interno.gov.it/sites/default/files/cruscotto_statistico_giornaliero_26-02-2018.pdf
Per qualcuno sono quattro gatti e guai ad esagerare o fare strumentalizzazioni, per me sono l'equivalente numerico di una città come Bari (contando i neonati e 90enni, solo che gli sbarcati sono una popolazione composta prevalentemente da giovani maschi musulmani).
Il prossimo 4 marzo, gli Italiani avranno modo di esprimere il loro gradimento su come questa, ed altre questioni, sono state affrontate.
Condivido il suo invito a non fare confusione o miscugli. Rinnovo il mio apprezzamento per il vostro lavoro e per il suo personale impegno nella divulgazione scientifica.
Una buona serata
Marco dice
Continua a sfuggirmi come i numeri del Ministero dell'Interno siano in contrasto con quelli dell'UNHCR che ho citato. Ho fatto i conti un po' in fretta e dunque potrei essermi sbagliato, ma a me paiono del tutto compatibili se non identici.
L'interpretazione dei numeri, invece, chiaramente rientra nell'ambito della sensibilità umana e politica, e il solo fatto che lei senta il bisogno di etichettare queste persone con la loro (presunta) apparenza a un credo religioso diverso da quello formalmente maggioritario in Italia dice chiaramente come lei.
Cordialmente.
GIGI dice
Ciao Marco,
non entro nella "tenzone" elettorale, ma vorrei che rispondessi a una domanda.
Ne parlavamo poco fa con mia moglie, prima di leggere questo post.
Che differenza c'è tra la l'onestà intellettuale e l'onestà tout court?
Al supermercato onestà vuol dire non rubare dagli scaffali, negli affari non falsificare cifre o qualità e così via. Nessuno però specifica di quale onestà si tratti.
Perché invece l'intellettuale deve specificare la sua onestà?
Marco dice
Gigi, non sono un linguista o un semiologo, per cui ti rispondo dal basso della mia ignoranza citandoti il modo con cui io intendo la question. Una persona onesta è genericamente leale e retta, mentre l'onesta intellettuale si riferisci esplicitamente all'essere retti e leali nella difesa delle proprie idee, e nella costruzione dei propri argomenti retorici. Una persona intellettualmente onesta fa di tutto per non cadere nelle fallacie logiche, e certamente non ne approfitta deliberatamente per tirare l'acqua al suo mulino. Niente argomenti "ad hominem", dunque, niente "strawman" o cherry picking" di dati e fatti, o mescolamento più o meno deliberato di aspetti scorrelati ma assonanti della stessa questione per confondere l'avversario retorico. Che ne dici?
GIGI dice
Che l'onestà è onestà. Ogni attività umana, pratica o intellettuale o è onesta o non lo è (cum grano salis), quindi l'aggettivazione è inutile quando è già implicita nell'argomento che si sta trattando. Se si parla di principi, di ideali e di politica va da sé che si tratta di onestà intellettuale, il rubare le caramelle non c'entra. Argomenti "ad hominem"(diversivi), "strawman" (fallacie), cherry picking"(argomenti ad usum delpini) sono forme logiche/retoriche disoneste e chi le usa è disonesto mentre argomenta. E' disonesto e basta.
Occam, porta il rasoio!
Ma non voglio farti SPENDERE altro tempo, vengo da un tempo in cui si usavano più parole italiane, più semplici, ma
sempre basilari.
Buona serata e buon voto.
mmorselli dice
Gigi, ma ad usum delpini sarebbe Italiano, quindi? 😉
Non ti pare che anche questa puntualizzazione sull'utilizzo di parole straniere possa essere una fallacia? Che importa se Marco le usa? Che cambia nel ragionamento?
Marco dice
Vero, ma a volte il non essere abituati a dibattere (un esercizio che facciamo sempre meno, visto che ci piace chiuderci nelle rispettive bolle), fa sì che si cada nell'uso delle fallace logiche per pigrizia, e non necessariamente per cattiva volontà. Per questo il mio richiamo all'onestà intellettuale (per esempio, nelle chiacchiere con Claudio, non sono partito dall'ipotesi che fosse in cattiva fede nell'esprimente le sue opinioni, mi sembrava dunque corretto rientrare il discorso e chiarire quali fossero l'oggetto del contendere e le fonti, piuttosto che immaginarlo per default disonesto).
GIGI dice
Ho capito, Marco l'onestà intellettuale è quella che ai miei tempi si chiamava buona fede.
Certo suona meglio.
Rodolfo dice
A me la politica piace.
L'Europa mi piace moltissimo, mi considero europeo, sono cresciuto con il suo mito.
Questa Europa negli ultimi anni ha deviato ed accelerato e l'Italia si è trovata sempre più lontana.
In questi ultimi 10 anni abbiamo visto "usare" l'Europa per coprire le nostre magagne e agli altri stati è andato bene perché ci mettevamo da soli sempre più nell'angolo.
Voglio l'Europa, non questo vicolo cieco in cui ci siamo infilati.
+Europa, la ritengo solo un escamotage per dare dei voti al PD.
Avrà il mio voto solo chi ha avuto un nuovo tipo di atteggiamento nei confronti dell'Europa.
mmorselli dice
Rodolfo, l'immagine romantica dell'Europa è una cosa bellissima, piace anche a me, ma non scordiamoci mai che oggi i problemi sono di natura tecnica. L'Europa è stata usata per creare l'Euro, che sarebbe pure una bella cosa nel principio, non fosse che economie diverse, con governi diversi, politiche fiscali e del lavoro diverse, non possono avere la stessa valuta a cambio fisso, perché gli Stati sono in concorrenza commerciale per cui il cambio è l'unico strumento di riequilibrio. Far funzionare questo sogno richiede governo comune, banca centrale con poteri, ridistribuzione, esercito comune, ecc... Ovvero richiede la rinuncia ad una parte importante di sovranità. Che a me sta bene, se fatta nel modo giusto e non, di nuovo, come strumento di ridistribuzione dal basso all'alto. +Europa porta avanti questi principi più degli altri, sono Radicali del resto, mica conservatori. Battaglie lunghe di cui piantare semi nella cultura, l'esatto opposto del semplicismo populista.
Rodolfo dice
mmorselli, condivido tutto quello che dici tranne che +Europa siano dei Radicali.
Infatti i Radicali hanno deciso di non votare +Europa. 😉
mmorselli dice
Rodolfo chiaramente ci sono delle differenze politiche, come ci sono tra Liberi e Uguali e il PD, ma la radice è quella, la storia della Bonino è quella, i concetti di Stati Uniti d'Europa e Stati Uniti del Mondo li portava avanti Pannella. Sono idee radicali, poi come si chiamano i partiti è un altro discorso.
Fabio dice
No, il cambio non è "l'unico strumento di riequilibrio" tra economie diverse: esistono i prezzi e le tariffe. Altrimenti anche in una media città dovremmo avere valute diverse tra il centro e la periferia perché il caffè (o l'affitto o il parrucchiere) in centro è più caro.
Tutto il discorso delle "aree valutarie ottimali" ampiamente frainteso.
mmorselli dice
Fabio, non è la stessa cosa, anche tra nord e sud di Italia abbiamo economie diverse eppure facciamo benissimo con una sola valuta, ma accade perché entrambi stanno sotto un governo comune che mette in atto il riequilibrio, le politiche fiscali e del lavoro sono gestite dalla stessa persona. Tra paesi sovrani che vivono di export non è la stessa cosa, perché il paese A potrebbe avere politiche fiscali favorite dalla maggiore liquidità che consentono alla ditta A1 di essere più competitiva della ditta B1 del paese B, il quale non si può difendere abbassando i prezzi, perché è già al suo limite. Con i cambi variabili il minor volume di affari del paese B porterebbe ad una svalutazione della moneta e di conseguenza per il compratore estero il prodotto di B1 tornerebbe ad essere competitivo almeno quanto quello di A1
Fabio dice
Anche con i cambi fissi si può tornare ad un equilibrio cambiando i costi dei fattori produttivi, in particolare il lavoro.
Al sud gli stipendi ti risulta che siano uguali a quelli del nord?
Intervenire sul cambio per svalutare significa attuare una riduzione di tutti gli stipendi reali, nonché dei risparmi, con effetti molto peggiori di una discesa dei salari.
mmorselli dice
@Fabio
Non c'è dubbio che se un paese Europeo è più competitivo di noi il motivo principale sono i costi produttivi, in particolare il costo del lavoro, insieme ad altri fattori come i consumi interni, l'organizzazione, la pressione fiscale, ecc... Il punto è che tutti provano a migliorarsi, ma se siamo diversi, per cultura, storia, posizione geografica, disponibilità finanziarie, ecc... qualcuno sarà sempre necessariamente migliore degli altri, pertanto il meccanismo principale di riequilibrio non può che essere un automatismo. I paesi con la stessa valuta dovrebbero avere lo stesso Governo, lo stesso esercito e la stessa banca centrale con pieni poteri. Senza questi presupposti è un inganno.
yopenzo dice
La politica, specialmente quando si tratta di darle forma e sostanza col voto, è al di là dell’intelligenza e pure della cultura di ciascuno. Si ha un bel dire di analisi brillanti e sistematiche che dovrebbero portare a risultati razionali nelle scelte, perlomeno. La politica attiene alla psicologia, anzi alla psicoanalisi, e quindi fa sì, a seconda dei nostri invincibili bias mentali, che non si vogliano vedere talune cose che ci stanno davanti agli occhi, mentre che si pretende o si spera di vederne altre che non ci sono proprio, o quasi.
Io, fatta eccezione per le iniziative e i referendum (svizzeri) chiari e netti non voto più la politica, né svizzera né italiana, ho 55 anni (è fattuale, anche se non vivo a Bergamo…) e mi sono rotto le palle di tutto il teatrino; ovviamente con la fredda consapevolezza che se pure io non mi interesso di politica, in ogni caso lei si interessa o interesserà di me.
Rodolfo dice
La nostra Costituzione dice: "il voto è un dovere civico"
Significa che se non si vota non si è dei veri cittadini.
Capisco però che è difficile dare torto a quelli che dicono "sono così schifato dalla politica che per me votare è una presa in giro, quindi non vado".
La domanda legittima, il sentimento comprensibile, ma ciò presuppone un fraintendimento di cosa significa essere cittadini.
Cittadino non è chi sta alla finestra a guardare. Il voto non è la paletta con su scritto 10 (se sei stato bravo) o 0 (se sei stato un cane).
Cittadino è chi partecipa, chi si prende la responsabilità di scegliere.
La nostra costituzione presuppone quindi un ruolo attivo delle persone quando dice "votare è un dovere civico".
Questo ruolo attivo è stato profetizzato da Fassino: "se non siete contenti di quello che c'è, fate qualcosa di nuovo".
Non votare e non fare nulla di nuovo, significa venire meno ai propri doveri da cittadino, non è soltanto disinteressarsi: è distruggere.
mmorselli dice
Rodolfo, sono d'accordo, anche se scheda bianca e scheda nulla sono voti legittimi quanto quelli con la crocetta su un partito, che assolvono il dovere civico. Non andare proprio, per quanto non debba essere obbligatorio, è proprio brutto, perché c'è un voto anche per chi è schifato dalla politica (la scheda nulla) e per chi se ne disinteressa (la scheda bianca)
Alessandro dice
+Europa, Liberi e Uguali (e simili...) ma vi rendete conto che questi micro partiti alla fine non saranno altro che un voto al PD, e quindi al futuro governo PD+Berlusconi?
Fra l'altro costituiti da persone che sono in scena da tempo immemorabile con quali risultati?
Valutazione dei candidati nel proprio collegio? a cosa può servire se sono stati messi in base ad una legge elettorale quanto meno discutibile, e che garanzia vi può dare? Credo che il loro unico interesse, salvo rare eccezioni, sia di mantenere la poltrona.
L'unica certezza è che dare il voto alla coalizione di Centro Destra o Centro Sinistra significa CONFERMARE CHE QUELLO CHE HANNO FATTO FINO AD OGGI CI HA SODDISFATTO, E CHE QUINDI VOGLIAMO CHE CONTINUINO COSI.
Ma avete preso in considerazione Movimento 5 Stelle?
avete approfondito, sentito parlare i loro responsabili?
Perché non dar loro un'opportunità ?
Se vado a mangiare in un ristorante e non mi piace, al massimo ci torno una seconda volta, non la terza.
Mi chiedo come sia possibile questa vostra ostinazione nel voler credere che la prossima volta sarà diversa, dando nuovamente conferma alle stesse persone....
A mio modesto parere.
buona serata,
Alessandro
mmorselli dice
Alessando, ovviamente ho valutato i 5stelle, che seguo dai tempi del V-Day, ma purtroppo a stare dalla parte del populismo non ce la faccio.
Fanno battaglie per diminuire lo stipendio ai parlamentari, mentre io sono fermamente convinto che i Costituenti avessero ragione implementando il sistema dei vitalizi. Perché? Perché la politica deve essere inclusiva, non può essere resa inaccessibile ad una parte del paese, i professionisti, che secondo i 5stelle dovrebbero mollare il lavoro, perdere tutti i clienti, farsi due mandati con lo stipendio da impiegato e poi suicidarsi, perché per un professionista la continuità lavorativa è fondamentale. Non voglio una politica che includa solo gente ricca, impiegati e disoccupati.
E' solo un esempio, cavalcano questi cavalli perché sanno che l'Italiano medio rosica quando vede qualcuno che lavora meno di lui e guadagna 5 volte tanto, e il principio sottostante è troppo complicato, non lo elabora. La politica dovrebbe educare alla comprensione dei principi costituzionali, non approfittarsi dell'ignoranza diffusa riguardo gli stessi.
Non ce la faccio nemmeno ad appoggiare chi usa come bussola morale un garante autoeletto, che non si può rimuovere e che avrà sempre ragione visto che ha il potere di cacciare chi gli dà torto. Non importa la fiducia che potrei avere in questa figura, con il primo anello hai già fatto la catena a cui rimarrai legato a lungo, fare passare il principio significa che domani il capo supremo garante autoeletto potrebbe essere qualcuno che non mi piace, ma che non posso sfiduciare con strumenti democratici.
Non riesco ad appoggiare chi diceva che la trasparenza era importantissima e che avrebbero fatto tutto in streaming, e poi una volta che si è accorto che non gli procurava il vantaggio strategico che sperava è passato dalla trasparenza alle riunioni segrete. Questa è disonestà intellettuale, se ci credi, lo fai anche se ti procura uno svantaggio politico.
Non posso appoggiare chi ha trasformato la libertà del parlamentare senza vincolo di mandato in un articolo di proprietà senza diritto di opporsi pubblicamente anche al suo stesso partito. Non posso appoggiare chi fa firmare contratti con pene pecuniarie a chi, legittimamente, cambia idea. Un sistema imperfetto non si corregge sostituendolo con uno ancora più imperfetto.
Non sono un opportunista, non voto un partito perché credo che sia funzionale a raggiungere un obbiettivo che mi sono prefissato, devo avere stima del metodo, prima ancora che delle persone. Non voto nemmeno un partito che non approvo solo perché funzionale a far perdere qualcuno che approvo ancora meno, annullo la scheda piuttosto.
"fai ciò che devi, accada quello che può"
Alessandro dice
Caro MMorselli:
> "Fanno battaglie per diminuire lo stipendio ai parlamentari, mentre io sono fermamente convinto che i Costituenti avessero ragione implementando il sistema dei vitalizi.”"
Più che giusto, chi lavora bene deve essere pagato bene, ma senza esagerare.
Però Quando vedo che i nostri parlamentari/senatori sono quelli che guadagnano di più in Europa (anzi, nel mondo intero)qualche dubbio mi viene…
Se poi lo stipendio dovesse essere commisurato ai risultati…. Meglio stendere un velo pietoso.
Un buon reddito, allineato con quello di altri paesi europei (e NON superiore del 60% rispetto alla media) credo sarebbe più che sufficiente.
Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2016/10/24/news/stipendi_dei_parlamentari_confronto_fra_italia_ed_europa-150461196/
> "Non ce la faccio nemmeno ad appoggiare chi usa come bussola morale un garante autoeletto…."
Non è "autoeletto", ne è il fondatore. Si può essere più o meno d'accordo su questo, io sono d'accordo, per esempio.
Alla fine tutti i partiti si appoggiano su di un leader, che a mio parere rimane comunque necessario.
Nel caso specifico, fra l'altro, ultimamente Grillo si sta ritirando da questo ruolo, lasciando molto più spazio ai giovani.
Renzi è un leader, lo sono pure Berlusconi, Salvini, la Meloni (anche se non li approvo) ma li riconosco tali.
Ma l'avete sentita parlare la Bonino... fa veramente "pena"... quei 17000 euro/mese sono veramente sprecati.
> "Non riesco ad appoggiare chi diceva che la trasparenza era importantissima e che avrebbero fatto tutto in streaming"
Il fatto di cambiare opinione/comportamento non necessariamente la vedo come
disonestà intellettuale: se capisci che una cosa non è utile/crea danni perché continuare sulla strada sbagliata?
Il fine giusto giustifica i mezzi.
> “Non posso appoggiare chi ha trasformato la libertà del parlamentare senza vincolo di mandato in un articolo di proprietà senza diritto di opporsi pubblicamente anche al suo stesso partito.
Non posso appoggiare chi fa firmare contratti con pene pecuniarie a chi, legittimamente, cambia idea.
Un sistema imperfetto non si corregge sostituendolo con uno ancora più imperfetto"
Nessuno ti vieta di cambiare idea, ma se lo fai, semplicemente, ti dimetti.
Io sono assolutamente d'accordo su questa regola.
Mi fanno veramente schifo quei parlamentari che passano da un gruppo all'altro.
Vedi Casini che si fa eleggere con il PD a Bologna (sono di Bologna).
Tanto per sdrammatizzare:
http://www.lercio.it/scopre-che-il-suo-voto-fara-eleggere-casini-comunista-bolognese-si-getta-dalla-torre-degli-asinelli/
> "Non sono un opportunista, non voto un partito perché credo che sia funzionale a raggiungere un obbiettivo che mi sono prefissato, devo avere stima del metodo, prima ancora che delle persone.
Non voto nemmeno un partito che non approvo solo perché funzionale a far perdere qualcuno che approvo ancora meno, annullo la scheda piuttosto."
A parte che sono contrario al voto nullo o al non voto, questa non l'ho capita bene…
Quale sarebbe il tanto stimato metodo dei partiti "tradizionali" nel quale tu credi e che voti?
Neanche io mi ritengo un opportunista, e non voto M5S per avere dei vantaggi personali immediati.
(non miro al reddito di cittadinanza… sono imprenditore, guadagno più o meno quanto un parlamentare italiano e quindi non mi lamento, e non credo neppure di pagare meno tasse votando 5S),
lo faccio per i miei 3 figli e per il futuro del nostro paese, che apprezzo molto, sperando per un loro futuro migliore.
Io nei 5 stelle ci vedo dei ragazzi in gamba con della voglia di fare e cambiare in meglio questo paese. Poi ovviamente ci saranno anche mele marce, sorprese negative, errori, ecc. ecc. , ma fino ad ora hanno dimostrato di avere una discreta coerenza morale, eliminando in breve tempo gli elementi che non si sono dimostrati all'altezza. Gli concedo anche di fare errori, chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia.
Ma almeno diamogli modo di provare, altrimenti non lo sapremo mai e fra 5 anni (o prima) ci ritroveremo al punto di partenza.
Marco dice
Non vorrei che questo post si trasformasse un una tribuna elettorale, non era questa l'intenzione, ma mi permetto di commentare almeno questo lungo messaggio a favore del M5S. Quando dici:
e
io rabbrividisco, perché la "voglia di cambiare" non è di per sé una caratteristica che mi farebbe scegliere un amministratore. Il M5S troppo spesso nasconde incompetenza spacciandola per "freschezza", e ha un programma politico vago, naive e irrealista, per non dire demagogico in molti dei suoi punti. Da qualcuno che aspiri a governare mi aspetto una certa solidità degli argomenti economici, sociali e politici, e non solo proclami acchiappa-like. E non entro nel merito delle beghe più profonde del movimento (il ruolo di Grillo e Casaleggio, la statura politica e la coerenza di esponenti come Di Battista e Di Maio, l'insuccesso degli esperimenti di amministrazione a Roma e Torino, la vicinanza a certe istanze antiscientifiche come il movimento no-vax, etc).
mmorselli dice
Alessandro, il discorso degli stipendi è molto più profondo che non "chi lavora deve essere pagato il giusto", quella del parlamentare è una chiamata alle armi, devi mollare tutto e passare il tuo tempo a Roma per un periodo non pianificabile, dato che un qualsiasi voto di sfiducia può far terminare una legislatura. I Costituenti avevano fatto in modo che fosse molto attraente dal punto di vista economico, in questo modo non ci sarebbero state barriere d'ingresso. Per farti un esempio, io sono un libero professionista, se mi chiedessero di fare il parlamentare non accetterei, anche se mi sentissi politicamente molto coinvolto, perché io ci ho messo 30 anni a farmi il mio giro di clienti e se li abbandono anche solo per 2 anni li perdo tutti. Se fosse molto conveniente allora potrei pensarci. Non è giusto a mio parere mettere barriere di questo tipo, chi se ne frega di quanto guadagnano, sono per altro soldi che con buona probabilità saranno costretti a spendere sul territorio. La democrazia e la politica competente sono molto più importanti di questi sterili discorsi invidiosi su chi guadagna un po' di più, sono soldi che lo Stato può permettersi di pagare senza problemi. Poi andare a stringere tanto la cinghia su persone che occupano posizioni decisionali importanti non può che favorire la corruzione. E' alle cronache la vicenda di quei grillini che per un motivo o per l'altro non hanno restituito i soldi che dovevano, tutta gente che ha dovuto a torto o a ragione affrontare problemi economici e a cui quei soldi, sempre a torto o a ragione, servivano. La prossima volta non si faranno cacciare, risolveranno i problemi economici incassando mazzette. Chi ha problemi economici è sempre più debole e ricattabile di chi non li ha.
Sul garante non eletto, non mi interessa che sia il fondatore, è il ruolo che si è attribuito quello che conta. Un partito serio fondato da una persona seria si dota comunque di una struttura democratica, non dice "il pallone è mio e se non c'è rigore me lo porto a casa". Bossi ha fondato la Lega, ma non era intoccabile, Grillo al contrario è intoccabile, come si fa a non capire che è non solo sbagliato, ma proprio pericoloso approvarne il principio? I partiti fanno i Congressi per eleggere i propri rappresentanti, anche quei partiti con leader forti che hanno il voto sicuro, ma che domani potrebbero non averlo più.
Sullo streaming, saper cambiare idea è importante, ma i motivi per cui la cambi mi interessano. Se dici che lo streaming è un dovere di trasparenza e poi lo elimini, mi stai dicendo che la trasparenza per te non è vero che è importante. Perché hai cambiato idea? Perché la trasparenza è sbagliata, oppure perché non ti conviene? Io penso la seconda. Purtroppo tanta gente vede la politica come fosse il calcio, conta più la strategia per vincere che non la fedeltà agli ideali. Io non riesco, vincere così da imporre la mia visione su più persone possibili non è mai stato il mio obbiettivo primario in politica.
I "cambi di casacca", sembra tutto facile da dire, del resto il populismo si basa su questo, fornire interpretazioni superficiali che ad una prima analisi sembrano ottime idee. Un parlamentare che non trovandosi più d'accordo col suo partito si dovesse dimettere sarebbe sempre sottoposto ad un ricatto. Dimettersi vuol dire perdere il lavoro, perdere lo stipendio, come puoi pretendere che una persona prenda questa decisione in modo sereno? Va da se che chiunque cercherebbe di salvare il proprio lavoro e quindi continuerebbe ad appoggiare un partito anche se è in disaccordo con esso.
I problemi di metodo sono questi, c'è una grande superficialità nel valutare il ruolo e l'importanza della politica e delle istituzioni, gli va bene perché la gente di politica si interessa poco e si fa facilmente convincere da soluzioni semplificate. "abbassa lo stipendio", "cambi di casacca", "mandiamo via chi sgarra" ... regolette infantili che non reggono un'analisi più profonda, che però la gente mediamente non ha tempo e voglia di fare.
Il PD, che non avrà il mio voto, ha uno statuto e un codice etico che il M5S se lo sogna, è tutto disponibile sul sito del PD, e sono documenti che vengono rispettati, solo sono scritti con molto più criterio. Anche il PD manda via corrotti e condannati, solo lo fa seguendo criteri (codificati) di giustizia e buon senso, non giustizialisti. Il giustizialismo però è più semplice da capire. Anche non avere regole chiare e basarsi sulle interpretazioni di un garante che in caso di dubbio dice "fidatevi di me" (caso Cassimatis) è più semplice che non studiare il legalese di statuti e regolamenti.
Fabio dice
Su molto ti ha già ben risposto MMorselli, con cui concordo in pieno.
Riguardo a "persone che sono in scena da tempo immemorabile con quali risultati?", davvero non conosci la storia politica di Emma Bonino e dei radicali?
Avercene di più di politici così!
Alessandro dice
La Bonino ha giustamente avuto quel che si meritava.
Il NULLA.
mmorselli dice
Alessandro, non usare toni da tifoso del calcio, che ne sto sentendo anche troppi in queste ore... almeno qui, dai 😉
La Bonino ha avuto quello che ci si aspettava, meritava è una parola molto grossa. Io l'ho votata, contento di aver contribuito alla non scomparsa del progetto. Poi che abbia un seggio o zero, un partito con quegli obbiettivi, non è che cambi tanto.
Io sono un elettore PD, ho votato Bonino perché mi piace e quindi è stato il contenitore giusto per non sprecare il mio voto, ma il mio progetto di riferimento è sempre il PD... plurale, democratico, senza Renzi o qualsiasi altro leader totalitario rottamatore.
GIGI dice
Non volevo e non voglio entrare nelle discussioni, ma c'è un argomento che non riesco a comprendere: il non voto.
Siamo tutti -più o meno- sconcertati e dubbiosi delle capacità dei nostri politici, ma l'astensione sarà un'eterogenesi dei fini. Il numero degli eletti è costante e indipendente dal numero dei votanti, per cui chi non vota, vota per tutti. Di più, rinforza la maggioranza, che avrà una percentuale più alta, tanto maggiore è il numero degli astenuti.
Il non voto è un nonsenso.
Alessandro dice
Assolutamente d'accordo, anche se ho dovuto cercare su google "eterogenesi dei fini" per capire cosa volevi dire 🙂
Per non parlare del fatto che il non voto contribuisce a rendere ancora più importante il cosiddetto "voto di scambio", che sicuramente contribuirà in modo importante, sopratutto nel sud Italia.
mmorselli dice
Gigi, il non voto si può esprimere anche annullando la scheda. Concordo che l'astensione totale non sia molto saggia, per quanto riconosca a chiunque il diritto di fregarsene, purché poi non si lamenti. Chi si sente anche solo un po' impegnato politicamente dubito ricorrerà mai all'astensione.
Alessandro dice
Non vedo molta differenza fra annullare la scheda e non andare a votare, all'atto pratico.
Noto con dispiacere che una mia risposta è stata eliminata...
Evidentemente pareri diversi non sono accettati.
Ne prendo atto.
mmorselli dice
La differenza tra non voto e scheda nulla è profonda. Chi non va a votare sta dicendo "fate come vi pare, per me è uguale". Lo stesso vale, più o meno, per la scheda bianca. La scheda nulla è un elettore, che a votare ci va e ci andrà sempre, ha votato scheda nulla perché non si sente rappresentato da nessuno e quindi è un voto a disposizione di chi voglia provare a farlo suo in qualche modo. Tu sai che la prossima volta quel voto potrebbe andare al tuo avversario politico se sarà in grado di individuare meglio di te le necessità di quell'elettorato.
Votare per chi non ti rappresenta non è, a mio parere, un bel segnale da mandare, perché nella scheda non c'è mica scritto "ti ho votato perché mi sembravi il meno peggio", il tuo voto verrà sicuramente interpretato come pieno consenso.
GIGI dice
A mmorselli e ad Alessandro:
In un paese che parla solo inglese, un po' di vecchio francese e di antico greco non ci sta male, spero. 😉
A mmorselli:
La differenza che prospetti tra non voto e astensione è tanto profonda che credo che i nostri politici non la notino proprio, come non si preoccupano degli improperi scritti sulla scheda. Quel che conta è la poltrona. Transeat: cioè lasciamo correre, non è fondamentale. 😉
Quello su cui non sono assolutamente d'accordo è l'ultimo paragrafo.
MAI un voto può e soprattutto deve essere inteso come pieno consenso.
Nessun uomo, in qualsiasi questione, può e deve essere totalmente d'accordo con qualsiasi altro.
La mente ha tante infinite sfumature che non può esservi completa identità di pensiero tra due persone.
Io ho sempre votato (e non posso fare altrimenti) il meno peggio. Quello i cui programmi più si avvicinavano al mio ideale. Ma sempre ho dovuto abbozzare su cose meno importanti che non condividevo. Questa regola è universale, filosofica, direi.
Se esistesse il bene assoluto (e non esiste, anche se pare che invece esista il male assoluto) l'illuminato instaurerebbe la sua dittatura e tornerebbe il Paradiso in Terra. Allora basta voti!
mmorselli dice
Gigi, a me stanno bene Francese, Greco Antico, Inglese e dialetto toscano, non perché conosca bene queste lingue, quello che conta è avere la certezza che si stiano usando vocaboli e termini di uso comune che tutti gli interlocutori sono in grado di comprendere al volo. Non sono sicurissimo che "Ad usum Delphini" rientri nella categoria, ma nel dubbio non starei a rimproverare chi usa strawman, ecco... Tra inglese e latino non riconosco primati di nessun genere, sono lingue, che aiutano a farsi capire e contribuiscono all'evoluzione delle altre lingue.
Sulla scheda nulla, probabilmente mi sono spiegato malissimo se è passato il messaggio che ciò che dovrebbe interessare ai politici sono gli improperi scritti sulla scheda. Ne facevo un discorso molto più pratico, un milione di persone che vanno a votare scheda nulla sono un milione di persone che vanno a votare. Per chi NON hanno votato queste persone? Per la destra? Per la sinistra? Non si sa, si sa solo che a votare ci vanno e quindi sono potenziali elettori. Un politico attento, e su questi affari sono attenti, li considera sempre SUOI elettori mancati, da recuperare in qualche modo. Chi non vota invece è più difficile da recuperare, forse non c'è stato qualcosa che non ha digerito nell'azione politica degli ultimi anni, forse aveva solo qualcosa di interessante da guardare su Sky Sport.
Noi non consideriamo il nostro voto un consenso assoluto, ma i politici spesso e volentieri lo fanno. C'è persino chi si convince che il 40% del proprio partito alle Europee equivalga ad un 40% di consenso sulla sua personale figura, sembra incredibile, eppure è successo. Quando si vince è facile farsi prendere da delirio di onnipotenza, nessuno è immune. Se possiamo fare qualcosa per evitare questa distorsione cognitiva, facciamolo.
Sul votare il meno peggio, non è che non sia d'accordo nel principio, è che se mi chiedessero di scegliere tra Salvini e la Meloni io che odio gli estremismi, che non sopporto i populisti, che mi sento di sinistra, cosa potrei mai scegliere? Il meno peggio va bene fin tanto che con questo meno peggio ti ci identifichi un po', anche perché un voto, supponiamo, a Salvini, è un voto a Salvini, non è che c'è scritto "meno peggio" sulla scheda, se un milione di persone lo votasse convinto e 39 milioni lo odiassero ma lo votassero perché lo odiano solo un po' meno della Meloni, a Salvini arriverebbe il messaggio che 40 milioni di Italiani lo approvano, e non sarebbe giusto. Ho messo Salvini e Meloni perché io sono di sinistra, con nomi diversi il concetto non cambierebbe.
Marco dice
Commento di servizio pubblico:
Sei grafici ci dicono come smontare i luoghi comuni sull’immigrazione
Logical fallacies
🙂