La ripartenza di LHC, che doveva avvenire la settimana scorsa, era stata posticipata a causa di un cortocircuito in uno dei magneti. Da quello che ne sapevamo fino a ieri, la riparazione del problema poteva prendere un periodo variabile da qualche giorno a qualche settimana: il problema è infatti localizzato in una zona fredda dell'acceleratore, alla quale non si può accedere direttamente senza riportarla a temperatura ambiente, un'operazione potenzialmente lunga.
Tra ieri e oggi, dopo giorni di misure e radiografie con i raggi X, i tecnici dell'acceleratore hanno identificato il problema, e, meglio ancora, lo hanno risolto! Il colpevole del cortocircuito era una pagliuzza di metallo rimasta bloccata in quella parte di uno magneti di LHC che ne ospita il diodo di protezione, che protegge il magnete in caso di quench. Dopo aver accarezzato l'idea di spazzare via il frammento metallico con un flusso controllato di elio, ieri i macchinisti hanno deciso invece di... bruciarlo. Hanno dunque fatto passare per qualche millisecondo attraverso la scatola che ospita il diodo di protezione una corrente di quasi 400 Ampere, nella speranza che, proprio come il filo di un fusibile, il frammento evaporasse. Dalle misure effettuate oggi, sembra proprio che le cose siano andate bene: il cortocircuito è sparito!
Il settore di LHC in cui si trovava il cortocircuito dovrà adesso essere dichiarato nuovamente pronto per le operazioni. I vari magneti dovranno passare da capo i test di tenuta alla corrente, dopodiché le operazioni che precedono la circolazione dei fasci potranno iniziare. Non c'è ancora un programma ufficiale, che dovrebbe venir reso pubblico nei prossimi giorni, ma nei corridoi c'è chi parla di fasci circolanti tra Pasqua e Pasquetta. Vedremo.
matteo dice
Meno male.
Ovvero se solo leggendo questo resoconto si prova un poco di tensione, m'immagino cosa si deve passare al CERN. E neanche a Pasqua ci si rilassa.
Grazie per questa pronta informazione e sollecitudine verso noialtri spettatori e tifosi.
L'importanza della riuscita dei nuovi esperimenti, ogni giorno in più che passa, mi pare come l'unica speranza per ridare alla scienza e conseguentemente alla cultura e alla società un minimo di fiducia e speranza nel futuro e nelle capacità dell'uomo.
Lisa dice
Ciao Marco,
grazie per l'informazione!
Fabiano dice
@Marco: la foto in fondo all'articolo mette chiarezza su un aspetto. Correggimi se sbaglio. Quando ho letto che il guasto era in una zona fredda dell'acceleratore, ingenuamente mi sono immaginato una porzione di tunnel tutta ricoperta di brina bianchissima e perciò inaccessibile :-). Invece la ragazza sta lì senza neanche un cappottino. Quindi più che "zona fredda" si potrebbe parlare di "parte fredda". Il guasto era all'interno della parte fredda del "tubo" che fintanto si trova a quelle temperature non può essere aperto per vari motivi e tanto meno ci si può mettere le mani. Giusto?
Marco dice
È proprio così: dentro il tunnel dell'acceleratore c'è una temperatura paragonabile a quella di una galleria. Non fa caldo, ma la temperatura è ben al di sopra dello zero. Dentro i magneti, invece, c'è il freddo più che interstellare di cui parlavo, e per accedere direttamente alle strutture interne bisogna riportate la struttura a temperatura ambiente.
Fabiano dice
Ho scritto "guasto" invece che "problema", ma ci siamo capiti.