Siamo arrivati alle fasi finali del libro. La seconda correzione delle bozze è partita, i ringraziamenti sono stati scritti, il testo è chiuso e pronto ad essere stampato, la copertina finalizzata. Apparentemente, si entra adesso in quel limbo tra chiusura del libro e uscita, in cui si inizia a pensare a quella cosa che chiamano promozione. Il che vuol dire, da quello che capisco, sostanzialmente due cose: decidere a chi mandarlo per farlo recensire, e organizzare le presentazioni.
Sulle recensioni. Ho fatto i compiti che la casa editrice mi ha assegnato, e ho compilato la lista di giornalisti di carta stampata, radio ed altro con cui sono venuto in contatto in questi anni. Sono però sicuro di essermene perso qualcuno: sei un/a giornalista, e vorresti ricevere il libro per recensirlo sulla testata per cui scrivi (o parli)? Contattami, e cercherò di fartelo avere (ehm, vale solo per i giornalisti veri: voialtri potenziali lettori dovrete comprarlo...)
Sulle presentazioni. Verrò volentieri, impegni di lavoro permettendo, a presentare il libro più o meno ovunque mi invitiate, per cui non esitate a propormi luoghi e date. Due sole raccomandazioni (e mezza). Uno: perché una presentazione di un libro funzioni, serve che ci sia una libreria locale che collabori (non potrò andare in giro con una cassa di libri, e in ogni caso mi piace l'idea che sia un libraio a trarne profitto, nel caso). Due: contattatemi in tempo (abito in Francia, e il libro è qualche cosa che gestisco nel tempo libero, per cui devo prevede i miei spostamenti con un certo anticipo), Due e mezzo: provate a pensare a chi potrebbe dialogare con me in quell'occasione (le presentazioni monologo non funzionano mica bene, mi sa...).
Per trovarmi, valgono i soliti contatti.
luca dice
quando arriverà in libreria?? oppure quando sarà disponibile sul sito dell'editore per comperarlo online??
non vedo l'ora di iniziare a leggerlo!!!!
Marco dice
Se tutto va bene, il 3 luglio 🙂
Juhan dice
Auguri!
& una preghiera: la presentazione di giorno, pensa a chi viene da fuori. Questo vale per Torino.
Ale dice
un'altro libro sule particelle? ce ne sono gia' a dozzine. sarebbe stato piu' stimolante scrivere un tomo sulle alternative, in fondo nessuno le ha mai viste, la loro esistenza si basa sul (secondo me) errore concettuale di prendere la teoria atomista per buona, sulla fiducia, per convenzione., perceh' la mente umana sbagliando tende a scegliere quello che concettualmente e' piu' semplice ed immediato da visualizzare come spiegazione dei fenomeni naturali. ma gia' la quantistica col principio di indeterminazione ci dice senza mezzi termini che non possiamo ragionare in termini di particelle (se non la puoi individuare in una posizione precisa dello spazio in un preciso lasso di tempo, non puoi considerarla una particella). e' piu' coerente considerarle punti del campo in cui convergono piu' caratteristiche distintive, esempio: un elettrone e' il punto del campo in cui convergono proprieta' di carica elettrica -1, spin 1/2, e la proprieta' definita come una certa peculiare massa. e questa "convergenza di proprieta" (sempre nel caso dell' elettrone) si verifica in un punto del campo orbitale elettronico in un istante preciso, per poi verificarsi in un altro punto nell'istante successivo, etc..e quindi siamo costretti a parlare in termini di funzione d'onda di probabilita'. credo che inevitabilmente prima o dopo, saremmo costretti ad abbandonare il parlare in termini di particelle come riferimento per quark e leptoni e considerare come organizzazioni di campi nei quali le varie convergenze di proprieta' danno "forma" alla materia/energia che osserviamo macroscopicamente.
Marco dice
Ale, sono talmente basito che non so come risponderti. Davvero pensi che un fisico dica "particella" pensando a una piccola pallina di minuscole dimensioni, con proprietà "classiche" come quelle che potrebbe aver pensato Democrito? Veramente vieni a spiegarmi (con un certo astio, anche, o sbaglio? Perché poi?) qui dell'esistenza della meccanica quantistica? Sicura di aver capito quello che faccio di mestiere? In ogni caso, se avrai la voglia di comprare il libro, scoprirai che di meccanica quantistica e relatività si parla, ben prima di parlare di particelle, perché ovviamente non se ne può fare senza per cercare di raccontare il comportamento di questi oggetti. Spero ne sarai soddisfatta 🙂
Ale dice
intendevo altro, cioe' che la divulgazione scientifica soffre di un problema di ontologia del linguaggio, e questo considerando la notevole ridondanza di volumi trattanti gli stessi argomenti con lo stesso indice dei contenuti. non e' un problema da poco perche' ad esempio se consideriamo uno dei mantra classici della divulgazione "la natura alle dimensioni piu' ridotte ci appare a volte come particella, a volte come forma d'onda a seconda del tipo di osservazione", il lettore si fa l'idea errata di una doppia "natura" della natura. quando invece, correttamente e' "non sappiamno cosa sia la natura a scale cosi' ridotte, sappiamo solo che a seconda del tipo di osservazione, a volte ci appare particellare, a volta ondulatoria". ecco, mi auguravo solo che questo tomo (che comprero' senza dubbio) non sia l'ennesimo afflitto dallo stesso tipo di problema. i migliori auguri.
Marco dice
Mi trovi molto d'accordo, e infatti ho cercato di essere molto cauto nel capitolo in cui tenno di spiegare gli effetti della meccanica quantistica, evitando deliberatamente proprio di parlare di doppia natura (che in realtà non c'è! All'osservazione gli oggetti microscopici sono sempre "particelle" - localizzati nello spazio - ma le loro proprietà - ad esempio dove li trovo nello spazio - sono sempre descritte da una meccanica probabilistica ondulatoria). Mi saprai se trovi l'esperimento riuscito: i fisici che l'hanno letto apprezzano, i non-fisici hanno trovato quel capitolo il più ostico.