Sabato 9 Marzo 2013, 6 del mattino, fermata del pullman davanti al CERN. Fa ancora buio, e c'è un nebbione che si taglia col coltello. Gli unici rumori che si sentono sono il rombo sommesso delle poche automobili già in giro, il fischio del tram che si prepara a partire, e, dal parcheggio alle mie spalle, il cigolio dell'alzabandiera. Un addetto ai lavori del CERN sta issando il vessillo dell'Austria, la seconda in ordine alfabetico (in francese! La prima è quella della Germania - Allemagne) a venire issata sui pennoni che campeggiano sul parcheggio in cui ho lasciato la macchina. Lasciare l'automobile all'aeroporto di Ginevra per una settimana è veramente troppo caro: con ben 3 Franchi Svizzeri il pullman Y che arriverà tra poco da Saint Genis dovrebbe portarmi a prendere l'aereo senza problemi.
Sulla banchina insieme a me si aggirano sonnacchiose due persone. Una è E., post-doc italiana impiegata presso un'università statunitense, che sta venendo alla mia stessa conferenza, con la stessa catena di Sant'Antonio di voli. L'altro è un collega di CMS, ma questo lo scoprirò solo più tardi, atterrato a New York durante il primo cambio. Sul nostro volo ci saranno più di una dozzina di fisici, tutti diretti nello stesso posto.
Sto andando a Aspen, Colorado, Stato Uniti, a partecipare a una conferenza pomposamente intitolata Higgs Quo Vadis. Vado a presentare gli ultimi risultati di ATLAS sulle misure delle proprietà di quella particella che assomiglia tanto al bosone di Higgs nei sui decadimenti in due fotoni, e sulla ricerca del suo decadimento in un fotone e un bosone Z. In linea si principio dovrei parlare lunedì mattina, ma la conferenza inizia già domenica, e, viste le recenti tempeste di neve sugli States, è meglio non rischiare.
Alle 6:50 il bus ci molla all'aeroporto, sbadiglianti e infreddoliti. L'aereo per Newark (New York) dovrebbe decollare alle 9:10, ed essendo un volo internazionale sembra sia bene essere lì ben due ore prima. La cosa si rivela inutile: il check-in dura 6 minuti (e la tizia sbaglierà comunque a inserire i miei dati nel database del sistema di sicurezza degli USA, facendomi richiamare al gate), e l'aereo è in ritardo. Al gate trovo sparapanzati almeno dieci colleghi di ATLAS e CMS, tutti pronti a volare verso Aspen. Ci tocca aspettare due ore prima di decollare: qualcuno dorme, qualcuno legge, qualche coraggioso già abbastanza sveglio discute di fisica. Io opto per la prima opzione: il viaggio sarà lungo.
La combinazione di voli è letale: Ginevra-Newark, Newyark-Chicago, Chicago-Aspen, per un totale di 17 ore tra voli e cambi. Finirà che di ore ce ne metteremo piuttosto 24, sopratutto per via dei ritardi a Chicago: su Aspen troveremo una bella tempesta di neve, e l'aereo preferirà aspettare per non prendere rischi. Sul volo tra Ginevra e New-York dormo un po', lavoro per finire le slide (la mattina della partenza c'era ancora un risultato in fase di approvazione, è bene preparare un piano B in caso le cose andassero storte), vedo il remake di Total Recall (boiata invereconda) e Lincoln (molto bello). Mentre assorbo la bravura d'attore di Daniel Day-Lewis, medito su questi personaggi i cui obiettivi della vita erano quisquilie tipo "abolire per sempre la schiavitù". Penso alla statura politica e umana di queste persone, poi mi casca la mente sulla situazione politica italiana, e mi torna su il pollo del pranzo sull'aereo.
L'aeroporto di Newyark è molto meno caotico di JFK, l'altro aeroporto di New York che conosco. Passo i controlli dell'immigrazione in un attimo, e mi rimetto in attesa. E., la post-doc italiana-ma-americana, non ama molto volare, e teme che perderemo la coincidenza per Chicago e quella per Aspen. Alla fine, invece, decolliamo alla volta di Chicago senza problemi. Leggo un po', e mi addormento di nuovo.
Alcuni aspetti notevoli della tratta Chicago-Aspen. Ho dimenticato il libro che stavo leggendo sull'aereo, ergo sono senza libri per questa settimana: devo trovare un libreria a Aspen per non cadere in crisi d'astinenza. Decollando da Chicago ho visto gli anelli di Tevatron illuminati, e non pensavo si potessero vedere. Fortunatamente a Chicago ho mangiato un hamburger , nonostante i miei colleghi mi irridessero per il mio "secondo pranzo": tra ritardi e tempeste di neve, siamo a arrivati ad Aspen alle 21 locali (4 del mattino a casa, credo. Qui negli USA hanno messo l'ora legale proprio oggi, se ho capito bene la differenza oraria sono 7 ore.), e siamo andati a dormire esausti subito dopo, previ recupero bagagli, trasferimento all'Aspen Meadows Resort, e sistemazione nelle camere. Ad Aspen tutto è elegantissimo e carissimo (Aspen è un po' la Cortina americana): per tagliare un po' i costi ho deciso di condividere la camera con J., un collega americano che è stato a lungo al CERN ed ora lavora a Chicago. Con i soldi risparmiati potrò probabilmente spedire uno studente a una conferenza in più, dunque mi sento molto buono. Tanto più che J. prende il divano letto, e mi lascia il lettone king-size con 4 cuscini. Che lusso.
Higgs Quo Vadis è qualla che noi fisici chiamiamo una "conferenza invernale". Il che vuol dire che si tiene d'inverno, generalmente in una località sciistica, e con orari e organizzazione molto particolari. Ma di questo parleremo alla prossima puntata.
Emanuele dice
"vedo il remake di Total Recall (boiata invereconda)" Marco, dal tuo blog stillano copiose verità fondamentali! Io all'epoca commentai che il cognome evocativo dell'autore non autorizza a prenderne i racconti per usarli a cazzo.
"mi torna su il pollo del pranzo sull'aereo" beh questo potrebbe dipendere in parte anche dalla compagnia con cui hai volato oltre che dalla situazione politica italiana. Hai per caso ordinato il pollo spaziale? 🙂
"Con i soldi risparmiati potrò probabilmente spedire uno studente a una conferenza in più" con questo gesto credo ti sia giocato la cittadinanza italiana... lo sai vero?
Attendo nuove da Aspen.
Marco dice
@Emanuele: il pollo della United era assolutamente dignitoso!
juhan dice
Quasi troppo invidioso. Va a finire che non leggo il prossimo post.
Marco Balzarini dice
Dal numero di typo, insolito per te, direi che c'è una forte probabilità che il tutto sia stato scritto con un iCoso.... 😉
Buona vacanz.....ops, conferenza!
Marco dice
Che tu ci creda o meno, è stato scritto con un computer normale. Potrebbe invece aver contribuito il jet-lag 🙂 Rileggo, correggo e chiedo venia.