Sono stato a Como per TEDx Lake Como 2012, ed è andato tutto molto bene.
Il talk è andato bene: sono molto soddisfatto, nonostante abbia fatto un paio di piccoli errori rispetto al previsto. Non ho nemmeno tossito troppo, grazie a un cocktail efficacissimo di cortisone, codeina, oxomemazina, salbutamolo e un pacchetto intero di Fisherman Friends (ve l'ho detto che stavo male, vero? Fortuna che non mi hanno fatto i controlli anti-doping!). Del talk però oggi non vi parlo: facciamo che ci ritorniamo quando ci sarà il video, così ve lo guardate e mi dite che ne pensate, d'accordo?
La trasferta è andata bene: i nostri ospiti ci hanno trattato con i guanti, accogliendoci in un albergo a 4 stelle a bordo lago, e coccolandoci in ogni modo e tutto il tempo. Ci tengo a ringraziare in particolare Gerolamo Saibene, la persona che mi ha invitato e voluto.
L'evento è andato bene: l'auditorium del Politecnico di Como era zeppo di un pubblico variegato, curioso e appassionato. Gli altri relatori si sono dimostrati tutti personaggi estremamente interessanti, e l'incontro di storie ed esperienze anche lontane ed eterogenee si è dimostrato fruttuoso. Ho incontrato di persona Carlo Rovelli, che conoscevo di fama, ed è stato una piacevole scoperta, umana e professionale. Venerdì sera sono stato ad ascoltarlo dialogare con Matteo Motterlini sul ruolo dell'incertezza nella conoscenza scientifica e nella quotidianità delle scelte, e anche questo incontro è stato un regalo. Ho chiacchierato per le vie di Como con Dianora Bardi, la professoressa di Bergamo pioniera dell'insegnamento digitale in Italia, per riscoprire con amarezza quanto poco siano valutati gli insegnanti italiani, e quando questo danneggi il potenziale di innovazione della scuola. Mi sono ritrovato a parlare di pedagogia con Francesca Cavallo, e a ricordarmi quanto siano importanti per me argomenti come educazione, partecipazione consapevole, democrazia del gioco.
Sono stato preso d'assalto da lettori di Borborigmi, che sono saltati fuori da tutte le parti durante la pausa per il pranzo e quella per la merenda, e meno male che c'era Giulia a stornare un po' l'attenzione (e capirete perché quando vedrete la presentazione): ma quanti siete? Mi hanno intervistato alla radio, invitato ad andare a parlare qui e là, proposto nuove collaborazioni (il mio ego ha gongolato per un po', il mio super-io mi ha tirato per la collottola ricordandomi quante cose ho già in ballo per i prossimi mesi). Mi sono addirittura ritrovato a parlare con il sedicente rappresentante di un gruppo "preoccupato per la sicurezza del CERN", che rivangava ancora una volta la favola dei buchi neri. Ci siamo lasciati che sembrava abbastanza convinto e tranquillo, magari non ci farà causa.
Ho imparato che Como non ha mai avuto un'amministrazione leghista, e che di recente ha persino una giunta di centro-sinistra. Che il lago mitiga il caldo d'estate e il freddo d'inverno, ma che a novembre se piove è comunque molto deprimente. Che se ci si siede nel divanetto giusto nel bar dell'hotel pluri-stellato si possono ascoltare dialoghi da soap-opera italiana, di quelle che ormai pensavo esistessero solo su Novella 2000. Che non serve essere James Bond per ricevere un messaggio alla reception di un albergo. Che i negozi di abbigliamento dei centri delle città sono gli stessi in tutta Europa, i vestiti pure, i prezzi invece no.
Alla fine, ho fatto persino un paio di riflessioni. Ho pensato,per esempio, che mettere insieme teste diverse, e farle dialogare al confine di quello che fanno, può portare frutti inattesi, fosse anche solo la creazione di una rete che un domani potrebbe tornare utile. Per qualcuno che come me fa un mestiere particolarmente isolato e settoriale, non è cosa da poco.
Ho realizzato poi, quasi stupendomene, che esiste uno spirito imprenditoriale buono, uno spirito che il mio retroterra catto-comunista mi ha sempre portato a snobbare. Uno spirito che permette di fare cose buone, senza aver paura di toccare, usare, chiedere denaro. Denaro che rimane uno semplice strumento da manipolare, senza disprezzo. L'ho realizzato guardando l'evento stesso: gli organizzatori hanno aperto le porte gratis a 500 intervenuti, offerto evento, pranzo, merenza e gadget a tutti senza chiedere una lira, e questo non si fa senza sporcarsi le mani con sponsor e capitali. E l'ho annusato in un paio di presentazioni dell'evento, quella della stampante 3D fatta in casa e quella del magazine per iPad per bambini e genitori, due realtà affascinanti che non potrebbero esistere senza il coraggio di chi va a cercare venture capital e immagina un businness plan. Ho pensato che, in fondo, ho sempre avuto un'attitudine un po' bigotta rispetto al fatto che si possano commercializzare le idee, e che a pensarci bene è un'attitudine stupida. Non tanto perché le idee non si possano (e, in molti casi, debbano) regalare: il magazine per iPad è gratis, la stampante 3D è basata su un progetto open source! Ma piuttosto perché negare che servano risorse economiche per realizzare progetti di qualità rischia di lasciare buone idee al triste livello di progettino parrocchiale. Che lezione.
Claudio dice
Mi è piaciuta molto la tua ultima riflessione: è proprio quell'idea che hai descritto tu che manca in questo periodo in Italia....
La crisi che stiamo vivendo dovrebbe servire a cercare di cambiare cose e idee, mentre invece mi pare che tutti si stiano arroccando ancora di più nei loro orticelli...
Chiusa la parentesi politica, quando arriva il video del talk?? 😀
Mat dice
forse però bisognerebbe dire ai lettori di Borborigmi che non erano presenti a Como che questo blog è stato citato, con emozione, dal presentatore, per spiegare quanta preparazione ci sia dietro un Talk... insomma (dì al tuo ego di farsi un giretto...): successo su tutta la linea!
Ah: belle le foto "finta pellicola"...!
Marco dice
@Mat: beh, ma allora dovremmo anche parlare del LEGO di Giulia, del mio maestro Jedi di fotografia in studio improvvisato in casa, e di tutti gli altri dettagli della genesi del talk che mi riservo per quando ci sarà il video 🙂
P.S. La "finta pellicola" è uno dei filtri base di Instagram, non sei ancora caduto nel vortice?
My_May dice
In attesa dei video, per puro caso ho trovato in rete l'articolo di Rovelli su Le Scienze di novembre. Cioè la cosa assurda è che ho la rivista fra le mani, ma all'articolo di Rovelli non ero ancora arrivato, quindi non sapendo l'ho letto in anteprima su internet.
Non so se commetto qualche violazione inserendo qui l'indirizzo dove trovarlo, che comunque si trova facilmente cercando un po'.
L'articolo è molto interessante (ho compreso molte cose con poche righe) ...e lo stile è simile a quello di Smolin: chiaro, semplice e diretto. Lo raccomando 🙂
paolo dice
ciao,
solo per segnalarti che il link "stampante 3D fatta in casa " viene bloccata dall'antivirus ( credo che il sito sia compromesso !)
Marco dice
Me ne dispiaccio. Hai voglia di segnalarlo ai fanciulli di Kenstrapper, per esempio a info@kentstrapper.com ? Penso ti saranno grati (non lo faccio direttamente io perché a me appare com un sito del tutto legittimo).
ste dice
per quanto riguarda l'ultima riflessione sullo spirito imprenditoriale, mi sarebbe piaciuto che i relatori dicessero 2 parole sull'origine e la ricerca dei capitali utilizzati (o l'hanno detto e mi è sfuggito?)
Ad esempio l'esperienza di Simpatia è sicuramente meritevole, ma per chiarezza sarebbero state belle anche 2 parole su finanziamenti e un po' di numeri su quanti riescono ad accedere al villaggio e con quali criteri (ecco questo magari invece di scriverlo a te è meglio se lo metto nel questionario di valutazione dell'evento che mi è arrivato :-)).
P.S. giusto per far gongolare ancora un po' il tuo ego 🙂 , ti posso dire che facendo un sondaggio tra gli amici con cui sono venuta a Como , il tuo talk è stato votato come il migliore (al secondo posto si è piazzato Motterlini).
Marco dice
@Ste: no, non mi sembra he l'aspetto sia uscito esplicitamente nei talk. Per gli esempi che facevo, specialmente il magazine Timbuktu, i dettagli li ho scoperti parlando di persona con i relatori. Quanto a Sim-Patia, devi dire (forse cinicamente) che si è trattato dell'intervento che mi ha convinto di meno: non perché non sia sensibile all'argomento, ma perché mi è sembrato fin troppo appoggiato su un registro emozionale, e poco ancorato nella realtà. Anche a me sarebbero piaciuti qualche numero in più per contestualizzare l'esperienza, dare un peso relativo rispetto all'entità del problema, e valutare l'efficacia dell'intervento.
P.S. Occhio, che Motterlini mi diventa geloso 🙂
FraEnrico dice
Bellissimo post.
"Mettere insieme teste diverse, e farle dialogare al confine di quello che fanno": è un pensiero molto bello, è una pratica che ho scoperto negli ultimi anni e ho capito quanta bellezza e quanta ricchezza può offrire al lavoro e alla vita. È qualcosa che dovremmo impegnarci a realizzare tutti di più nel nostro lavoro quotidiano, o meglio: è un principio intorno al quale dovremmo abituarci a orientare il nostro lavoro quotidiano. Incontrare le persone è più bello e più utile che non stare chinati su una scrivania (anche se forse questa seconda parte è sempre indispensabile).
"Ho realizzato poi, quasi stupendomene, che esiste uno spirito imprenditoriale buono": mi piace questo discorso che fai sul denaro, e un po' francamente mi stupisco di questo tuo stupore, perché dalle tue pagine mi è sempre sembrato che tu non fossi vittima di quella spregevole retorica "de sinistera de noantri" che si rifiuta di capire che per fare le cose bisogna rimboccarsi le maniche e il denaro non è necessariamente una cosa sporca. Sono contento che lo ribadisci, perché spesso il freno alle buone idee, nella nostra cultura, viene proprio da questa mancanza di spirito imprenditoriale e da certi pregiudizi che ne fanno parte.
"Instagram, non sei ancora caduto nel vortice?": Instagram è IL MALE.
Gerolamo Saibene dice
Su Sim-patia, visto che sono coinvolto, intervengo io. E' una realtà che opera dal 1998 a Valmorea ( CO ). Si occupa di disabilità fisica grave/ gravissima ( traumi, malattie degenerative ). Offre residenza assistita permanente o temporanea a 28 portatori di handicap e servizio diurno a oltre 20 ospiti. Dispone di un centro di sviluppo tecnologico per interni ed esterni ( Simone, con cui ci si è collegati è esterno ), di una sala fisioterapica e di una piscina terapeutica. Ha 47 dipendenti e usufruisce della generosità di altrettanti volontari. Ha recentemente generato 2 spin off: Sim-patia Servizi alla Persona che si occupa di assistenza domiciliare di persone affette da disabilità fisiche importanti residenti in 4 appartamenti domotizzati gestiti direttamente da Sim-patia o residenti in appartamenti propri e di organizzare le vacanze estive presso strutture adeguate sia per gli ospiti di Sim-patia che per esterni; Sim-patia Lavoro che ha avviato una lavanderia industriale per i capi di abbigliamento personali di persone ospiti di comunità( residenze anziani ecc. ) con l'obbiettivo di offrire opportunità di lavoro a soggetti disabili ma con un grado di autonomia che consenta d svolgere, con supporti tecnologici, l'attività. Attraverso questa articolazione, Sim-patia si propone di offrire risposte alla domanda di assistenza ma soprattutto alla domanda di valorizzazione delle abilità residue perché sia possibile vivere il più possibile con autonomia anche se questa è fortemente compromessa. Il pay off di Sim-patia è infatti : " Abili a vivere " ( www. sim-patia.it )
E la lista di attesa è, ahimé, lunga.
Sim-patia ha usufruito di donazioni e finanziamenti privati e contributi pubblici. L'associazione degli Amici di Sim-patia realizza con successo eventi sul territorio per raccogliere i fondi necessari per i nuovi investimenti.
Antonio dice
Bel post Marco,
e complimenti per la tua onestá intellettuale. Non è da tutti.
In effetti sono anni che detesto questi stereotipi da sinistra massimalista anni 70 (e parla uno che ahime ha sempre votato a sinistra).
Il denaro è un mezzo, e il profitto non sempre è frutto dello sfruttamente o della speculazione.
Spesso il profitto è il premio per la creatività, il talento, l'ingegno ed il coraggio.
Tu pensi che le industrie che hanno costruito l'LHC lo abbiano fatto per la gloria della scienza? Ti dico subito di No!.
Lo hanno fatto principalmente per il profitto di cui hanno beneficiato. Ma questo profitto è stato frutto del loro coraggio, dei loro investimenti e delle conoscenze che hanno creato.
Potremmo discutere per ore e per giorni se la scienza debba essere finanziata per l'importanza che ha in se o per l'importanza delle sue ricadute economiche e tecnologiche.
Giusto per semplificare brutalmente credo che siano vere entrambe le cose, e che è bellissimo il fatto che riusciamo a capire un po di più l'universo che ci circonda. E se allo stesso tempo riusciamo anche a far lievitare buone idee, creare lavoro e conoscenze...beh la cosa non mi sembra male.
Credo anche che non ci si debba vergognare dei soldi, sopratutto se questi generano idee e conoscenze.
Ciao ed in bocca al lupo. Attendo con curiositá il link del video!
datinto dice
ciao Marco,
grazie ancora per sabato. Sono venuto perchè volevo sentirti e conoscerti dal vivo dopo anni di lettura del blog ed ero tutto orgoglioso di aver portato un mio amico e di aver fatto un figurone con la tua presentazione!!
Buon lavoro e continua così!
luca dice
accc...me lo sono perso!!....attendo con ansia il link del video
francesco dice
Ahi! il profitto.....è giusto uscire da schemi ideologici che vedono il profitto come il prodotto dello sfruttamento del forte sul debole ma non esageriamo, in estrema sintesi è proprio così anche se ci sono isole in cui esso viene in qualche maniera ridistribuito. Rimane comunque il fatto che tutto è regolamentato fuorché il profitto, ognuno è libero di sfruttare il prossimo con pochissime regole ed è qui che chi di dovere dovrebbe intervenire , non è di questo che volevo scrivere ma solo farti ancora una volta i complimenti, ma dove arriverai di questo passo? ci lasceremo piacevolmente sorprendere. Molti dei lettori di questo blog ti seguono con ammirazione perché vedono in te il prototipo del figlio, oppure di quello che avrebbero potuto essere ma non ci sono riusciti , io sono fra questi, sicuramente non sarei mai arrivato ai tuoi livelli ma mi sarebbe piaciuto studiare . Ai miei tempi (ho 60 anni)era certamente possibile ma non facile, i genitori vedevano meglio un figlio con un lavoro che all'università specialmente se a scuola non si ingranava. Ho speso tanti soldi in libri e riviste per capire qualche cosina di fisica e appassionarmi come non mai , come potrei non seguire il tuo blog? Spesso non arrivo a tutto ma leggerti è come bere un bicchiere di acqua fresca in una giornata di agosto. Non trovo molte persone con cui parlare di fisica, speravo nei figli ma mi è andata buca che più' buca non si può ma non fa niente , seguo il tuo blog e anche altri e mi basta. Complimenti ancora e grazie per rendermi qualche momento piu' leggero. Ciao
Marco dice
@Francesco: grazie per i complimenti. In realtà io non ho parlato di profitto, quanto di imprenditoria, denaro e risorse. Sono collegate, nel bene e nel male, ma non si equivalgono. Io continuo a pensare che di profitto a scapito del lavoro altrui malretribuito (quello che in altri tempi avremmo chiamato plusvalore) sia un furto da condannare. Quello che invece penso è che si possano costruire imprese sane che facciano un profitto (potenzialmente condiviso) retribuendo giustamente, e che per farle serva avere il coraggio di non schifare denaro e risorse facendo le anime belle.
francesco dice
Caro Marco,concordo su tutto, l'imprenditorialità " illuminata " esiste ma esiste pure una cultura dello sfruttamento piu' becero ed è da questa che non si riesce ad uscirne. Il governo dei "tecnici" ha speso mesi di tempo ed energie per fare leggi che favorissero i licenziamenti e niente per creare posti di lavoro. Geox, Fiat, Omsa e altri hanno creato posti di lavoro( Serbia) dove possono sfruttare meglio la manodopera e non perchè in quei posti lavorino meglio. Questi imprenditori avrebbero investito anche in Italia se fosse stato possibile fare ancora piu' profitto ed è questo e solo questo che ricercano.
Ho lavorato a lungo all'estero (Germania, Francia, ecc.) e so qual'è la differenza, si lavora sodo anche lì ma hai i tuoi diritti e sopratutto sei rispettato.
Caro Marco, la mia generazione ha molte colpe su tutto questo, ci siamo fatti abbindolare da mass media e politici e ora ci presentano il conto, mi dispiace per i giovani ai quali abbiamo lasciato una società disastrata, non ce lo perdoneranno mai.
Ciao e grazie dell'ospitalità
Sara dice
Ahhh!! Come ti invidio per aver conosciuto Carlo Rovelli di persona!