Domani è il 1 settembre: in un modo o nell'altro, siano arrivati alle porte di un nuovo anno sociale, scolastico e lavorativo. Da queste parti, Giulia inizierà una nuova scuola, e l'organizzazione familiare sarà tutt'altro che banale (ma perché francesi e svizzeri non vanno a scuola il mercoledì? Follia!).
Tra le altre cose, il 1 ottobre arriverà anche una nuova dottoranda a rimpolpare le fila del gruppo ATLAS di Annecy, sotto la mia diretta responsabilità, per lavorare sulla misure delle proprietà della nuova particella che abbiamo scoperto. È una fanciulla che viene della Slovacchia, e che abbiamo selezionato tra le palate di CV che abbiamo ricevuto per questo bando. Prima o poi vi racconterò della selezione, e di come il mercato dei cervelli, appena passate le frontiere, sia estremamente aggressivo, e di come la mediocrità non sia un'opzione se uno vuole avanzare (per dire, la fanciulla in questione, oltre a parlare quattro lingue, ha 24 anni e due lauree: non c'era nel mucchio praticamente nessun italiano che potesse competere. Naturalmente, speriamo mantenga le promesse).
Riflettendo un po' sulla formazione dei dottorandi, ho tirato fuori dal cassetto una lista di regole per studenti e insegnanti in cui ero incappato un po' di tempo fa. L'avevo messa da parte perché mi sembrava contenesse diverse perle di saggezza. Ve la traduco, mentre potete leggere la storia che le sta dietro qui.
La mia regola preferita è la sesta. Come dico spesso agli studenti più timidi con cui mi trovo a interagire, non esistono domande sbagliate, soltanto risposte sbagliate. L'unica regola veramente importante è chiedere, provare, tentare continuamente, senza paura di sbagliare. O, come direbbe Yoda, "fare o non fare, non c'è provare". Buon inizio anno scolastico a tutti gli studenti di ogni livello e scuola, e naturalmente agli insegnanti!
Regola 1. Trova un ambiente di cui pensi di poterti fidare, e poi prova a dargli fiducia per un po'.
Regola 2. Doveri generali dello studente: assorbi tutto quello puoi dal tuo insegnante; assorbi tutto quello che puoi dai tuoi compagni studenti.
Regola 3. Doveri generali dell'insegnante: assorbi tutto quello che puoi dai tuoi studenti.
Regola 4. Considera ogni cosa come un esperimento.
Regola 5. Esercita l'auto-disciplina. La qual cosa significa trovare qualcuno di saggio o intelligente, e scegliere di seguirlo. Essere disciplinati vuol dire seguire qualcuno con buona predisposizione. Esercitare l'auto-disciplina significa saper seguirlo con una predisposizione ancora migliore.
Regola 6. Nulla è un errore. Non esistono vittoria o fallimento, esiste soltanto il fare.
Regola 7. La sola regola è il lavoro. Se lavorerai, otterrai qualcosa. Sono le persone che fanno tutto il lavoro per tutto il tempo necessario, che prima o poi raggiungono i loro obiettivi.
Regola 8. Non cercare di creare e di analizzare allo stesso tempo. Si tratta di due processi differenti.
Regola 9. Cerca di essere felice ogni volta che puoi. Divertiti. È più facile di quello che pensi.
Regola 10. "Infrangiamo tutte le regole. Persino le nostre. E come lo facciamo? Lasciano un sacco di spazio per mille altre cose." (John Cage)
Suggerimenti vari. Sii sempre presente. Vieni o vai a ogni evento. Vai sempre a lezione. Leggi tutto quello su cui puoi mettere le mani. Guarda film con attenzione, e spesso. Archivia tutto - potrebbe tornare utile nel futuro.
(Noterella a margine: qualche tempo fa mi ha contattato una persona di Artsy per segnalrmi la loro pagina su John Cage. Se vi sono piaciute le regole, fate una visita)
Marco dice
La frase di Yoda ce l'ho scolpita nella mente e mi aiuta ad ogni scelta che faccio.
Mattia dice
Ottima la sesta regola. E' la mia regola.
Enrico dice
Grazie
Claudio dice
Per curiosità: la fanciulla Ceca ha due lauree specialistiche (o equivalenti) a 24 anni?? Urca!!!
C'è da dire però che anche volendo uno in Italia non potrebbe farlo, visto che non si può essere iscritti a più di un corso di laurea contemporaneamente.
juhan dice
Sai una cosa? Lo riciclo, citando la fonte. A proposito on t'appelle "Del Mastro", you know?
FraEnrico dice
Sulle differenze di età e le differenze di preparazione fra studenti europei e studenti italiani credo ci siano da leggere saggi interi - anch'io guardo sempre i non italiani con un certo senso di inferiorità 🙁
Quanto alle regole, sono molto belle - e se guardate bene sono applicabili non solo all'ambito educativo... Le mie preferite sono la 2 e la 9, oltre ai suggerimenti vari. Sembrano banalità, ma sono consigli davvero preziosi.
Un'unica perplessità: il punto 5 mi sembra che non abbia senso. L'auto-disciplina non è quella cosa lì. Anzi credo che l'auto-disciplina sia il contrario: esercitare la propria costanza, la propria tenacia, il proprio impegno nonostante gli stimoli esterni, le difficoltà esterne, la fatica, le distrazioni, le persone inette che ti frenano e tirano giù. Che ne pensate?
Marco dice
@Claudio: si, la fanciulla Ceca ha due Master, uno in fisica dello stato solido, l'altro in particelle (in effetti, deve ancora passare l'esame finale per il secondo, ce l'ha tra due settimane).
@FraEnrico: anch'io ho trovato la quinta regola un po' fumosa. Condivido la necessità dell'auto disciplina, ma come te non sono del tutto sicuro significhi seguire "qualcuno". A meno che "qualcuno" possa essere una regola di vita, uno stile, una modalità di fare, e non necessariamente una persona o un maestro.
Stefano dice
che ci siano grandi spazi di miglioramento nell'uni italiana non v'e' dubbio.
il fare un paragone "assoluto" tra uni italiana e estera e' pero' difficile. qui in germania l'eta' media di laurea in fisica (UNA, non DUE 🙂 e' 27 anni; i laureati pero' escono dal master quasi sempre con un articolo e hanno fatto una tesi di un anno, tipicamente, assimilabile ad un anno di PhD.
io in 4 anni di uni italiana (bachelor + master) ho dovuto fare 50 esami.. sinceramente non mi sento di poter dire che sono pochi, ne' d'altro che sia utile farne cosi' tanti in cosi' poco tempo.
e non e' neppure cosi' vero che i laureati italiani siano da buttare. se tutti i miei colleghi o quasi avevano un posto prima di laurearsi (UNA laurea, non DUE) qualcosa vorra' pur dire, no? abbiamo un impianto di studio della fisica il piu' teorico che io sia a conoscenza. che e' sia positivo che negativo
xander dice
24 anni con due lauree e 4 lingue ben parlate significa aver passato ogni istante della propria vita, fin dai primi passi, sui libri a studiare, senza vedere mai neanche la luce del sole dalla finestra 😀
Vale la pena essere posseduti da cotanto estremo arrivismo?
Marco dice
@Stefano: non ho mica detto che i laureati italiani siano da buttare. Nella nostra lista ce n'era almeno una altrettanto buona, che però ha avuto un'altra offerta altrove e ha declinato la nostra (anche di questo sarebbe bene parlare: i buoni di solito hanno da scegliere tra molte proposte). Ma per un'italiana molto buona ce n'erano anche diversi diciamo "medi": laureati in 6 o 7 anni, con media bassine, etc...
@Xander: dissento, specie sulla parte delle lingue, ma non solo. Appena metti il naso fuori dall'Italia, e appena guardi nel nordeuropa o all'est, scopri gente che normalmente, anche solo per necessità, parla molte lingue. C'è più movimento, i film non sono (tutti) doppiati al cinema o in tv, se non sai l'inglese sei morto, etc... Quanto ai tempi tipici per laurearsi, beh, molto dipende dalla bravura, ma molto anche dall'organizzazione delle università: nel resto dell'europa si inizia spesso prima (un anno in meno alle superiori) e ci si laurea obbligatoriamente in corso (o non ci si laurea).
Bigalfry dice
1)Bella la nuova foto!! Era da un po' che non venivo sul blog. Quando l'hai cambiata?(sono un gran ficcanaso!)
2)Due lauree o due master? Non sono proprio la stessa cosa, o no?
Le 4 lingue sono tutte parlate bene o no?
3)Per essere per lo meno candidati plausibili basta frequentare corsi di lingue o bisogna proprio andare a studiare nei paesi dove si parlano quelle lingue(soggiornare in tre paesi diversi entro i 24 anni è difficile)?
Dato che a settembre inizio proprio fisica, è , ovviamente, un commento MOLTO interessato! 😉
P.S.: belle quelle regole! Come le hai scoperte?
Marco dice
@Bigalfry:
1) Qualche giorno fa, me l'ha scattata mia moglia domenica
2) Al di là del confine, "master" corrisponde a "laurea specialistica" italiana. O meglio, la laurea specialistica è stata introdotta in Italia per uniformarsi al resto dell'europa. Poi noi continuiamo a chiamare "master" certe specializzazioni post-laurea, perché ci piace complicare le cose, ma insomma, basta chiarirci. Le 4 lingue sono parlate a livelli diversi: il francese è stentato, l'inglese perfetto. Su ceco e tedesco non so valutare, ma la prima è la sua lingua madre!
3) Guarda, non abbiamo richiesto nessuna certificazione, la cosa è molto più facile: abbiamo parlato via Skype con i candidati interessanti, così ci siamo fatti un'idea anche di quanto buone fossero le lingue.
Claudio dice
Vedo che sul discorso delle due Lauree specialistiche o master (tanto è la stessa cosa) si sono già espressi in tanti e non ho molto altro da aggiungere. Io ho fatto ing. meccanica in 5 anni e mi sembra impossibile riuscire a fare una laurea equivalente in sovrapposizione anche se fosse consentito dalla legge (fra l'altro insegnavo a scuola mentre studiavo quindi per me era proprio impossibile).
Detto questo la dottoranda ha tutte le carte in regola per essere una molto in gamba e sono certo che saprà farsi valere. Sulle lingue straniere sono completamente d'accordo, in Italia siamo indietro anni luce rispetto ad altri paesi, a volte gli studenti italiani hanno difficoltà anche con la propria lingua.
c. dice
Grazie per l'augurio e buon inizio d'anno anche a te!
Bellissime queste regole che hai postato, le condivido molto.
Sono una studentessa di Ingegneria, ultimo anno di specialistica, o "master" per rimanere in tema.. Posso dire che la mia esperienza all'interno dell'università è cambiata significativamente in meglio quando ho incontrato sul mio cammino professori che, di fatto, mettevano in pratica ogni giorno queste regole. Con loro ho fatto la tesi della triennale e mi hanno permesso di ottenere grandi soddisfazioni.
Quindi Marco ti auguro davvero di cuore, di essere tu stesso per la tua studentessa e per coloro che avranno la fortuna di incontrarti, "esempio" di queste regole.
I professori che si comportano in questo modo purtroppo sono pochi, ma permettono di far nascere la passione per ciò che si studia negli studenti.
ps: ho letto in un'altra pagina del blog che verrai ad Otranto. Io abito a Lecce, se hai voglia di incontrare una fedele lettrice del tuo blog (anche se "timida" perchè commento poco), sono a disposizione! 🙂
Opticalillusion dice
Di quanto siano veritiere queste regole me ne sono resa conto quest'anno, a mie spese, infrangendone qualcuna.
Per ora sto rimediando e me le salvo, sia mai che mi dimentichi qualcosa.
Bigalfry dice
Grazie della risposta!!
Max dice
A proposito del rapporto età/laurea c'e' da dire che in parecchi Paesi esteri si fanno meno anni prima. È capitato a me che ho iniziato al Politecnico a 17 anni, avendo fatto il liceo in Sudamerica (saltando bellamente 2 anni). I 2 anni saltati sarebbero stati le medie, che ritengo praticamente inutili comunque e tranquillamente condensabili in un anno come fanno altrove.... a me è andata bene che invece di mettermi in seconda liceo mi hanno infilato direttamente in quarta.
Per il discorso lingue... eh.... qui in Italia siamo anni luce indietro rispetto altri stati.
Credo ci battano solo gli anglofoni, che considerano la loro l'unica lingua degna di essere parlata.
Forse dipende dal fatto che da noi prima di andarsene di casa i "pargoli" devono essere sposati, avere casa, mobili, lavoro e spesso anche un cane 🙂
Max
Claudio dice
@Max: anche i francesi non scherzano con le lingue, trovare qualcuno che parla inglese è un impresa anche vicino al CERN dove a portata di qualche km oltre al laboratorio ci sono diverse organizzazioni internazionali.
Mauro dice
"@Claudio: si, la fanciulla Ceca ha due Master, uno in fisica dello stato solido, l'altro in particelle"
Ma allora dillo subito!
Io avevo capito che la pulzella avesse seguito due corsi di laurea completamente distinti tra loro! Invece ha "solo" seguito un corso triennale in fisica e "dopo" due master (data l'età direi in parallelo, cosa che in Italia - indipendentemente dalla qualità dell'università e dalla bravura dello studente - è impedita dalla legge).
Insomma, se proprio devo essere sincero: colpiscono molto di più le quattro lingue (se le parla tutte e quattro fluidamente) dei due master.
Saluti,
Mauro.
Max dice
@Claudio... mhhhh... i francesi con cui ho lavorato tempo fa parlavano tutti inglese e qualcuno si barcamenava anche con l'Italiano.
Di inglesi (o americani) che parlano qualcosa che non sia l'inglese devo ancora conoscerne uno.
@Mauro : oddio, anche se li avesse fatti in parallelo, i 2 master, non sono cosa da pochissimo.
Per le lingue, se ha viaggiato appena un po' magari facendo qualche anno all' estero, non è poi cosi difficile. Io ne parlo e scrivo 4 e mezza, e non ne ho mai studiata una... ho solo fatto un bel po' di anni di scuola in giro per il mondo. Quando ti trovi nella condizione di doverti far capire, impari in fretta. E infatti, la mezza è il tedesco, nonostante sia sposato da quasi 25 anni con una tedesca non sono mai riuscito a impararlo decentemente visto che me la son sempre cavata con le rimanenti 4 🙂
Ciao
Max
Max dice
@Marco : aggiungerei la regola n.11 : un sano scetticismo non guasta mai.... La scienza non l'han fatta quelli che han seguito paro paro le orme di chi li ha preceduti.
Max
Gigio dice
Be', se il master in Repubblica Ceca come in Inghilterra è lungo un anno, averne due a 24 anni è come, da noi, laurearsi 3+2 alla stessa età (penso). Ciò non toglie che ne sappia a pacchi di due branche della fisica invece che in una 🙂
Claudio dice
@Max: con la differenza che l'inglese è la lingua internazionale ufficiale mentre il francese no. Questo secondo me fa molta differenza.
Max dice
@Claudio : inglese a parte, che purtroppo o per fortuna ormai è indispensabile, credo che conoscere (o almeno cercare di farlo....) altre lingue e paesi sia una questione di cultura e di apertura mentale, oltre che, almeno per me, una questione di piacere personale.
Trovo odioso essere in mezzo a un gruppo di persone e non capire un tubo di quello che stanno dicendo, specie se sono tra amici in qualche paese straniero.
Mi capita spesso col tedesco (che capisco discretamente se parlato MOOOOOLTO piano, ma che non mi entra nel cervello nelle serate in gruppo.
Aggiungo che la "superiorità" del 90% degli anglofoni di aspettarsi che tutti li capiscano mi da parecchio fastidio..... fuori dall' ambito lavorativo, ovviamente. Dentro, piaccia o meno è la lingua mondiale.
Max
Claudio dice
@Max: ti quoto su tutto. 🙂
Claudio dice
Nemmeno io capisco la follia del mercoledi a casa (il motivo non mi è chiaro) in un anno significa un mese in meno di scuola rispetto ai colleghi europei in generale (160-180 giorni all'anno invece dei 200 e più obbligatori in Italia per esempio). In 8 anni di obbligo scolastico la differenza diventa praticamente di un anno.
Gigio dice
@Claudio che io sappia però, almeno al liceo, vanno spesso a scuola il pomeriggio.
@Marco Complimenti per le due nomination ai macchianera blog awards (per quanto la formula di votazione faccia schifo 🙂 )
Claudio dice
@Gigio: per esperienza personale sia come studente che come insegnante fare lezione di pomeriggio è più una perdita di tempo che altro. Dopo pranzo la capacità di assimilare in classe è pari a poco più di zero. Questo è il motivo per cui le lezioni pomeridiane nei nostri istituti tecnici e professionali sono dedicate ai laboratori. La lezione pomeridiana per me è un buon modo per aiutare i genitori nella gestione famigliare. Nelle scuole francesi della zona dove abito si fanno per 4 giorni a settimana 3 ore la mattina e 3 al pomeriggio, questo per me si traduce in circa 12 ore di scuola e 12 ore di attività integrative. Nelle scuole elementari italiane le ore di lezione minimo è 25 spalmate su 5 giorni e possono essere portate a 30 o più a seconda dell'istituto. Mi sembra che la differenza sia evidente.
bob dice
Voglio sfatare il mito che gli stranieri parlino tutti bene inglese con 2 esperienze personali:
1) Durante il Giubileo dei giovani del 2000 il mio paesello ospitò una delegazione francese. Beh, di 2 autobus da 50 posti quelli che parlavano inglese (decentemente) si contavano sulle dita di una sola mano - ed erano giovani. Per fortuna a me è capitato in casa uno che lo parlava 🙂
2) Viaggio di nozze in Spagna, in un buon albergo di una media città (Saragoza) non trovano la "reservation" a mio nome. Alla fine capisco che mi hanno registrato come Mr. Honeymoon....