Ho iniziato a suonare la chitarra intorno ai 13 anni, e come molti ho cominciato a orecchio, strimpellando canzoni che si cantavano agli scout. Ho imparato le posizioni di 4 accordi, e mi sono esercitato a metterli insieme seguendo le indicazioni di qualche canzoniere, foglio volante o raccolta manoscritta. Come per tutti, i miglioramenti sono arrivati suonando, suonando tanto, e sopratutto suonando con qualcuno che, con un orecchio più allenato del mio, potesse insegnarmi nuove sequenze e passaggi. Alzi la mano chi, perlomeno tra i chitarristi da spiaggia, non ha seguito la stessa trafila: qualcuno di voi ha mai immaginato di comprare gli spartiti de "La canzone del sole" (o de "Il gatto e la volpe", "la locomotica"... ognuno sostituisca la sua hit nazional-popolare preferita)? Suvvia, sappiamo tutti come funziona: di solito impariamo la sequenza di accordi guardando qualcuno che li sa, oppure "tirandoli giù" a orecchio nei lunghi pomeriggi della nostra adolescenza. I più diligenti tra noi li hanno appuntati su un quadernetto a futura memoria. per la gioia delle fotocopiatrici.
Poi è arrivata la rete, e il passaggio di mano in mano è stato soppiantato dai siti di parole, accordi e tablature. Esattamente come prima, solo su scala maggiore: stessi adolescenti con un sacco di tempo da perdere ad ascoltare musica e cercare di riprodurla sulla loro chitarra, stessi quadernetti degli accordi (spesso lontani da essere giusti!). Unica differenza: una distribuzione mondiale ed elettronica.
Leggo qua e là sulla rete che qualche multinazionale della musica mondializzata ha mosso azioni legali (e non è la prima volta) per chiudere i siti (OLGA per citarne uno dei più grandi, da cui mi sono servito più di una volta) che raccolgono queste raccolte di parole e musica collezionate "da fan per fan". Ma siamo impazziti? Attenzione attenzione: ascoltare un brano nusicale, risuonarlo a orecchio e condividere questa informazione musicale sarebbe illegale! Ma allora anche tutti i canzonieri che circolano nei gruppi scout, nelle parrocchie, nelle custodie delle chitarre da battaglia di tutto il mondo sarebbero illegali! E non sarei dunque più autorizzato a rispondere alla classica domanda "mi tiri giù gli accordi di... ?" che generazioni di ragazzini a cui ho insegnato a suonare mi hanno fatto? Fra quanto dovremo pagare i diritti per canticchiare sotto la doccia?
Ci serve un nuovo modello per la tutela (per carità, sacrosanta) della proprietà intellettuale, che non sia la consueta scusa liberticida per arricchire i soliti noti. Ma esite già, e tutto il resto è tristemente fuffa.
bob dice
Mi ero perso questo bellissimo articolo che ha evocato ricordi passati.
Anche io devo avere da qualche parte in libreria il quadernino dove "tiravo giù" gli accordi. Alla faccia della Siae!!