Essendomene andato in giro con il curriculum in tasca per una buona parte della primavera, la preparazione del suddetto curriculum mi ha impegnato per parecchio tempo. Come tutti ne ho una versione tradizionale, un PDF che ho spedito in giro via email, e stampato per quelle istituzioni che ancora pretendono i documenti di carta (leggi: le Università italiane, per esempio quelle che bandiscono i concorsi ma poi non li fanno, giusto per citare un caso che mi ha toccato personalmente). Ne ho anche una versione ridotta sul web che tendo a considerare più utile, ma che non so quanto sia stata consultata dai miei potenziali datori di lavoro durante la ricerca. Come dicevo qualche tempo fa, ho invece abbandonato LinkedIn. Non sono mai riuscito a trovare il tempo di finire e ripulire il mio profilo fino a renderlo veramente utile, e le mie connessioni su quel social network erano tristemente ben poco professionali: di fatto, i fisici non lo usano.
Recentemente mi sono imbattuto in un'infografica interessante che riassume come il formato del curriculum sia evoluto negli anni. Pare che il primo curriculum sia stato compilato da Leonardo da Vinci, e che un curriculum in PDF spedito via email faccia molto 1996. Quanto siamo indietro?
Dopo essere stati ammessi al concorso CNRS, la procedura prevede un'audizione di 20 minuti, i cui primi 10 (dieci!) sono dedicati a una presentazione che deve riassumere il proprio curriculum professionale, e una selezione dei proprio risultati nel corso degli anni. È stata probabilmente la presentazione più difficile che abbia mai dovuto preparare: dieci minuti sono un tempo brevissimo, e condensare i punti salienti della propria carriera in modo convincente è un'impresa complicata. In quell'occasione ho dedicato al mio curriculum una sola slide, in cui disegno mi ha preso un paio di giorni, tra lo schema iniziale e la ripulitura. Eccola qui:
Questo versione rientra probabilmente nella categoria dei digital CV and infographic (ma forse dovrei aggiungere dei link, o usare qualcosa come Prezi per aggiungere dettagli sulle varie sezioni), cosa che mi rincuora: non sono poi così obsoleto! E mi fa tornare in mente qualcosa che mi ero appuntato tempo fa come argomento da trattare in queste pagine. Per scelta, nella mia presentazione all'audizione CNRS non ho usato un singolo bullet point, le maledette liste puntate che sono il default di PowerPoint. I bullet point, e più in generale l'uso pedestre e maldestro delle presentazioni (Powerpoint, Keynote o Beamer, poco importa) fanno male al cervello, di chi presenta e di chi ascolta. L'ho già detto più volte qua e là, ma nel corso dell'autunno conto di scriverci qualche articoletto, per il vostro massimo diletto.
E i vostri curricula, come sono? Funzionano?
Manu dice
Oh yes, e' difficile riassumersi in 10 minuti, mi e' toccato l'anno scorso e anche io ho fatto una slide di quel genere..no, in realta' no, non sono riuscita a condensare tutto in una, ma ne avevo 2-3.
Il mio CV tradizionale andrebbe aggiornato e ripulito, ma uffa, ci pensero' alla prossima scadenza di contratto (male, malissimo, dovrei aggiornarlo strada facendo...). Evidentemente l'ultimo a funzionato visto che il posto l'ho preso 😀
Quanto alle presentazioni, ho appena acchiappato un libro interessante alla fiera del libro scientifico qui al CERN, se vuoi te lo passo: uno degli autori e' per esperienza un ottimo presentatore, quindi ho pensato che magari qualcosa di utile ce lo trovo. I bullet point li ho abbandonati da un po' in favore dell'approccio infografico (ma e' difficile convincere tutti quelli con cui lavoro a usare lo stesso approccio).
Marco dice
Dimmi, dimmi, che libro è? Io ne ho comprati o presi in prestito un paio parecchio interessanti nel passato recente, sono curioso di vedere se facciamo le stesse letture. E poi la fiera dura fino a stasera, no? Magari faccio un salto a fare acquisti!
Manu dice
Argh, non ho avuto tempo di rispondere oggi: il libro e' di Ken Peach, grande fisico ed eccellente presentatore!
Stefano Cardanobile dice
Sui curriculum:
Ho anche io finito di mandare curriculum in giro (ma in aziende private) e devo dire che il buon vecchio curriculum in pdf ha fatto il suo dovere.
Sulle presentazioni:
Mah... Non lo so se i bullet point sono veramente il male
Talvolta devi portare delle informazioni precise e vuoi strutturarle: dato che non ha senso mettere delle frasi sugli slides, ma che magari vuoi che chi sente possa prendere appunti facilmente, la lista di keywords può avere un senso. Alla fine sono un mezzo come un altro. Fanno bene se lo usi bene, male se ne abusi.
E in generale: secondo me questo accento sulle capacità di presentazione etc è abbastanza tipico dell'ambiente accademico ed è principalmente dovuto 1) alla mostruosa concorrenza presente e 2) alla maniera in cui la scienza viene finanziata
Ma questa è un'altra storia.
peppe dice
Tempo fa ho suggerito a qualcuno che anche poteva essere utile allo scopo
peppe dice
ehm, volevo dire Dipity (il link è giusto) sorry
IgorB dice
Evidentemente il mio non funziona, lavoro in questa ditta da ormai 10 anni... forse perché sono fermo al 1996...
franco zoccheddu dice
invierei il mio cv sorridendo davanti a un bel tramonto
coi miei bambini e mia moglie, scrivendo solo
"essere umano"
cla dice
@Marco
ciao Marco!
Puoi suggerirmi qualche libro per saperne di più sull'approccio infografico nelle presentazioni? O anche qualche link che tu ritieni utile..
grazie mille e scusa per il disturbo
Marco dice
@Cla: si posso, ma non adesso 🙂 Contavo di scriverci più approfonditamente, non vuoi mica guastarti la sorpresa? 😛
cla dice
be allora molto meglio la sorpresa!!! 🙂 grazie!
Simone Larini dice
Forse non tutti sanno che ogni giorno svariate persone vengono uccise dalle slide in PowerPoint.
Nelle mie presentazioni io mi attengo rigorosamente ai consigli di Alexei Kapterev:
http://online.physics.uiuc.edu/courses/phys496/Spring11/Death-by-Powerpoint.pdf
ottenendo sempre complimenti per la chiarezza di esposizione, eccetera. Invito tutti a fare lo stesso: con l'impegno di tutti il morbo delle liste puntate può essere sconfitto. 😉
maurizio dice
forte, sono venuto a fare un talk a RD49, ma solo diversi anni fa
Alberto Bruschi dice
Sono un geologo ormai settantacinquenne ma sempre curioso; ho letto il tuo libro e vorrai perdonarmi se scrivo che l'ho trovato stupendo.
Con cordialità
Alberto
Marco dice
C'è ben poco da perdonarti, piuttosto ringraziarti! Sono lusingato!
Alberto Bruschi dice
Grazie veramente per il tuo commento che non mi aspettavo (sorpresa lietissima).
La mia curiosità probabilmente dipende dal fatto che ho lavorato dal 1965 fino ai quarantacinque anni all'estero (Arabia Saudita, Cuba, East Africa, , Nigeria, Madagascar) per lunghi periodi e in altri paesi dell'Africa per brevi) il che, unitamente al piacere di scoprire sempre nuove realtà, mi hanno aperto di più la mente; da qualche anno tengo conferenze a colleghi e a scuole su argomenti del mio lavoro e non.
Un saluto a te e, se posso, alla "pulce",