Dopo il mio outing di ieri, un amico mi chiedeva: "ma ci credi proprio al PD?". La domanda è in qualche modo mal posta: per credere in qualcosa è necessario che questo qualcosa esista, insomma che abbia un'identità definita ed eventualmente condivisibile; cosa che, non raccontiamoci storie, il Partito Democratico ancora non ha. Perché ha perso tempo, perché è nato monco, perché è rimasto impantanato nelle pastoie dei dinosauri che l'hanno concepito, perché ha avuto soltanto un (peraltro sacrosanto) antiberlusconismo di bandiera come finzione di programma e di idea costitutiva. E per altre mille ragioni sulle quali mi interessa poco ragionare adesso.
Il punto è che questa assenza di identità oggi è probabilmente non solo un dramma politico, ma forse anche un'opportunità, volendo ancora disperatamente credere che esistano degli spazi per costruire questa identità in modo partecipativo. Da cui l'idea di tesserarmi, votare Marino segretario contro ogni logica di partito, e vedere dove si può arrivare. Forse non sarà molto lontano, queste logiche sono forti e si sa che gli outsider hanno vita corta (e che chi vuole andare lontano, vedi quella furbacchiona della Serracchiani, di solito sceglie di navigare sotto ali potenti). Ma insomma, non si può passare la vita a lamentarsi senza mai alzare le chiappe, non trovate? Si fa sempre in tempo a tornare a casa avendo rinunciato all'equivalente di una pizza e a qualche ora di tempo libero.
In questo senso la risposta migliore alla domanda del mio amico rimane dunque quella data da I Mille. Io penso di essere uno di quelli che:
(...) sul Partito Democratico hanno due opinioni in conflitto. La prima è che possa diventare un rivoluzionario meccanismo di cambiamento e rinnovamento della politica e della società italiane, avvilite da anni di pigrizie, egoismi e scarsa lungimiranza. La seconda è che rischi già di diventare invece ciò da cui si dovrebbe emancipare: la riproduzione di un sistema di autoconservazione di un establishment che ha avuto dei meriti e delle intelligenze, ma che ha smesso di trarne frutto da un pezzo.
[Uno di] (...) quelli che non si sono ancora rassegnati a far prevalere la seconda opinione.
Per adesso basta e avanza.
Putiferio dice
Ma perchè ostinarsi a resuscitare un qualcosa che ha cambiato nome innumerevoli volte negli ultmi 10 anni, che risulta un ammasso di membra disparate in una sorta di mostro di frankenstein e che non riesce ad abbandonare concetti vetusti?
Non è meglio radere al suolo e ripartire da zero, costruendo qualcosa di nuovo che rispecchi le idee che abbiamo?
Marco dice
Putiferio, sono vecchio abbastanza da aver avuto l'occasione di votare i Progressisti di Occhetto e ogni incarnazione dell'Ulivo, Asinello e Unione che è seguita. Quelle erano alleanze elettorali tra partiti, questo vorrebbe essere un partito unico. E le membra alla fine sono poi solo due. Mi sembra una differenza non da poco.
Più in generale, diffido delle furie iconoclaste: non credo che per costruire serva per forza radere a zero; spesso fanno comodo delle fondamenta. Certo, concetti (e persone) vetusti vanno congedati, ma non mi sembra che per questo processo sia necessario un ennesimo nuovo nome (e peraltro questo ha meno di due anni).
Nantas dice
@Putiferio Tecnicamente il PD è (per meglio dire "sarebbe dovuto essere") ciò che tu definisci "qualcosa di nuovo che rispecchi le idee che abbiamo".
@Io sto facendo una battaglia in famiglia a favore di Marino, ma, Bersani regna incontrastato 😐
Nantas dice
@Marco Anche io preferisco appoggiare i piedi su qualcosa di costruito, ma se quel qualcosa è già a pezzi o mal costruito fin dal principio? E' una scelta che purtroppo divide.
IMHO il vero problema siamo noi, poveri e allocchi Italiani, che non abbiamo la forza (per adesso) di deciderci.
Per questo una persona carismatica come Berlusconi riesce, con i dovuti "accorgimenti", a smuovere parte del Paese.
IgorB dice
che è un po' quello che intende Marco, a mio parere...
Cosimat dice
Marino, a mio avviso, ha il pregio di non far parte dell'establishment del PD e di non aver vissuto di politica. Il suo difetto consiste sostanzialmente nelle medesime cose.
Personalmente fatico ad immaginarlo muoversi tra fronde, correnti, sabotatori, cecchini e sicari. E sappiamo che nel PD questo genere di professionisti abbondano.
Temo comunque che il problema non si porrà. Bersani avrà la meglio anche grazie alle 65.000 tessere della provincia di Napoli targate Bassolino (a Milano gli iscritti sono 8.000). E così, quando nel 2013, stremati da 5 anni di liquami berlusconiani, tornemo alle urne, ci gusteremo una nuova splendida alleanza da Ferrero a Cuffaro. Ancora un giro di giostra. Che allegria.
Marco dice
Cacchiarola, ma allora andate a iscrivervi tutti, iscrivete pure la nonna se serve! Ce li avete 15 euretti da buttare, e una mezz'oretta per passare in sezione a recuperare la tessera (l'iscrizione in sé si fa pure online: http://www.partitodemocratico.it/circoli/tesseramento.aspx)? Che quel "probabilmente" sia un dito meno probabile dipende un po' da tutti. Eppoi al limite ci porremo pure il problema della navigazione tra le fronde, che per adesso non è d'attualità. Un dito di coraggio, please.
P.S. io sono riuscito a mandare i miei dati al responsabile del PD Svizzero stamattina. Gli emigrati hanno tempo fino all'11, gli italiani possono impigrirsi fino al 21. Che è pressoché domani.
hronir dice
FYI: online l'iscrizione prende molto tempo e non si fa in tempo entro il 21 (ci avevo provato anch'io, online, ma mi ha risposto così Marino, invitandomi ad andare di persona ad una sezione del PD... proverò a passarci stasera).
hronir dice
Sono andato alla sezione vicino casa mia negli orari di apertura indicati, ma era chiusa. Chiamo tanto al numero verde (che risponde di riprovare... così, genericamente, senza dire in che orari...) quanto al numero della mia sezione, ma non risponde nessuno.
Cos'è, Dalema ha subodorato la cosa e sta mandando disposizioni...? 🙂
Meno male che sono in Italia, ho tempo fino al 21... però, checcavolo!!!
Marco dice
Apparentemente non sei il solo a lamentarsi: http://civati.splinder.com/post/20928198/Aprite+quella+porta
Dal canto mio, ho appena ricevuto questo messaggio:
che sembrerebbe voler dire che ce l'ho più o meno fatta, nonostante le vacanze.
Valter dice
Non ho ancora sentito commenti circa la preannunciata discesa in campo di Beppe Grillo. Non ho mai voluto tessere ma vedevo in Marini il nuovo. Ho l'impressione che questo pugno sul tavolo, faccia tintinnare i bicchieri.
Marco dice
Valter, ho spostato il tuo ultimo commento qui perché mi sembrava più appropriato. Quanto Grillo, riassumo la mia opinione in tre punti:
1) Grillo è fastidiosamente populista e pericolosamente autoreferenziale. Le cose buone che gli capita di dire affogano nel modo insulso in cui le dice, il che le rende inutili e dannose a scapito del loro essere potenzialmente interessanti. E rende lui decisamente inadatto a fare il politico in generale, e il segretario di un partito in particolare.
2) Il PD avrebbe probabilmente dovuto accettare il suo tesseramento senza farla tanto lunga e senza cercare escamotage per tenerlo fuori: così facendo non fa che dare l'impressione di avere paura, e di non avere persone e idee sufficienti a tenere testa al buffone di corte. Il che non depone a favore del partito. Ma probabilmente avrebbe dovuto rifiutare la sua candidatura da segretario: come scriveva bene Sofri sulla Repubblica di lunedì, per questo genere di ruoli sarebbe apprezzabile...
3) Non vedo comunque la ragione per scandalizzarsi se il suo tesseramento viene rifiutato. Per definizione i partiti sono organizzazione di parte, che dunque possono (e devono!) filtrare l'accesso. L'accesso aperto a tutti è delle istituzione democratiche (il parlamento, per dirne una), e non bisogna confondere del due cose.
4) Provocare e "far tintinnare i bicchieri sul tavolo" può anche essere utile, ma se rimane l'unica cifra dell'azione politica di una persona non fa che mostrarne i limiti intrinsechi. Può piacere all'italiano a cui piace avere continuamente un nemico contro cui sfogare le sue frustrazioni, e a cui le teorie del complotto rendono la giornata più leggere, ma non porta da nessuna parte quando si tratta di governare, amministrare, decidere.
Xisy dice
Grillo non è un politico e probabilmente non lo sarà mai, ha un approccio semplicista alle problematiche politiche, come giustamente ci si aspetta da un comico. Poi sta anche ai cittadini approfondire, ma il suo pensiero è chiaro e 4 idee in croce almeno le ha. E non sicuramente non esita ad esternarle chiaramente (no condannati in parlamento, non privatizzazione dell’acqua, no finanziamenti a quotidiani, wi-fi libero, no centrali nucleari, no conflitto di interessi).
Valter dice
Carissimo Marco
come predetto, non sono mai stato un appassionato di politica anche se ultimamente per come vanno le cose, e ad una certa età oltretutto, non puoi esimerti dall'interessarti e tirare quindi alcune conclusioni. Quando da ragazzo studiavo la storia, il medio evo mi appartiva come un momento buio. Ho l'impressione però che non si scherzi neanche oggi nell'imbrogliare le carte. La presente comunque é per complimentarmi con l'esposizione del tuo pensiero, che ho appena fatto leggere anche a mia moglie. Certo Grillo va giù duro con il far pulizia e mi fa pensare al grillo parlante in Pinocchio. Da qui però al prendere in mano le redini dell'antagonismo di un potere che sta diventando troppo forte, sicuramente il passo é lungo. Ciampi stesso oggi l'ha liquidato come un comico, proponendo Bersani come l'uomo ingrado di. Speriamo in bene per questa nostra bella Italia patria di menti nobili e di cuori coraggiosi.
Zip! dice
Marino sarà certamente una persona onesta e fuori dagli schemi del partito, ma non basta: ad esempio, la sua piattaforma politica fa pena. Avere come principio quello di "fare gli interessi di tutti" e' una solenne e vuota sciocchezza, e la sua proposta di abolire l'articolo 18 secondo i consigli di Ichino mi fa davvero rabbrividire.
Marco dice
Caro Zip, hai ragione: le frasi di propaganda non sono certo un programma politico concreto. Tutti e tre i candidati ne hanno nelle loro mozioni, e sono in tutti e tre i casi roboanti e probabilmente pleonastiche. Non mi permetto di giudicare Franceschini e Bersani in base a queste, non lo faccio per Marino. Ridurre la sua posizione politica a "fare gli interessi di tutti" equivale a dire che quella di Bersani è "dare un senso a questa storia". Bah. Quanto alle posizione più concrete, beh, discutiamo pure. Per dire, io personalmente trovo le idee di Ichino interessanti.