Cominciamo da lontano. Il sottoscritto, per quanto strano possa sembrare ad alcuni di voi, è ancora un precario della ricerca. Precario nel senso che non ha ancora una posizione permanente presso nessuna istituzione italiana o estera, e per adesso si avvale di un contratto come a tempo determinato reasarch physicist del CERN. Cosa che è assolutamente normale, al CERN e in quasi tutto il mondo civilizzato, dove il famigerato precariato viene al limite battezzato mobilità. Intendendo con questo termine l'assoluta normalità di non avere una posizione permanente per un periodo più o meno lungo della propria carriera scientifica; periodo durante il quale ci si muove attraverso contratti e istituzioni differenti accumulando esperienze, spendibili a un certo punto magari anche per una posizione permanente adattata al proprio livello. Nessuno al di fuori dell'Italia si azzarderebbe a chiamare precarie queste posizioni temporanee, perché precarie appunto non sono: sono comunque sufficientemente ben pagate - almeno al di fuori dell'Italia - e la diversificazione nel corso della carriera viene considerata dappertutto - di nuovo, Italia esclusa - in modo positivo, e spesso addirittura necessario.
Qualche tempo fa il sottoscritto ha ricevuto un messaggio dal direttore della sezione INFN di Milano, che è anche un buon amico, che lo informava di una nuova iniziativa dell'INFN per il reclutamento di ricercatori e tecnologi: forse che al sottoscritto poteva interessare, magari colto da un desiderio di rientrare a lavorare in Italia? Per curiosità mi sono informato un po'. Anche qui sono necessarie un po' di informazioni di contorno: riassumendo al massimo, l'INFN non seleziona ricercatori dall'ultimo concorso nazionale del 2005, dunque è piena di precari più o meno meritevoli che in questi anni sono sopravvissuti in seno all'Ente con una pletora di contrattini diversi, e che attendono da tempo una qualche genere di occasione più succosa (o una stabilizzazione, ma questa è una storia a parte che meriterebbe ben altro spazio).
Che cosa si inventa l'INFN dopo 4 anni di deserto? Uno splendido concorso nazionale dal nome roboante di "R5". Di cosa si tratta? Ecco il titolo del bando:
"Procedura selettiva per soli esami finalizzata alla formulazione di idoneità che costituiscono titolo per eventuale costituzione di rapporti di lavoro subordinato con contratto a tempo determinato di personale ricercatore di III livello".
Oh, geniale! Un concorso nazionale (dunque una marea di candidati), per soli esami (dunque qualunque cosa che io abbia fatto in questi anni non conta nulla: né le mie pubblicazioni, il mio curriculum, le lettere di raccomandazione che potrei presentare, le mie idee per possibili progetti e linee di ricerca se dovessi venire selezionato; dovrei solo rimettermi a studiare come se preparassi di nuovo il concorso di dottorato che ho passato 9 anni fa), per ottenere un'idoneità (ovvero una sorta di bollino che attesta sono abile, ma certamente non arruolato) che mi permetterebbe eventualmente di partecipare in un secondo momento a un'ulteriore selezione (sono il solo a cominciare a sentire un prurito alla nuca?) per una potenziale - ma non garantita - posizione di ricercatore a tempo determinato. Devo aggiungere altro?
Una selezione di questo genere è una presa in giro, e ovviamente in molti si stanno rivoltando contro (sei un ricercatore? Aderisci alla petizione!). Senza tirarla molto per le lunghe, mi viene da chiedere:
- Chi potrà permettersi di partecipare a un simile concorso? (E dunque smettere di lavorare per ritornare a studiare - probabilmente per almeno un mese o due)? Quale datore di lavoro permetterebbe questo? Certamente non il CERN o una qualunque università straniera. Forse i dipartimenti delle università italiane, o l'INFN stesso? Vuol dire allora che l'Ente è contento di selezionare chi tra i suoi precari che non ha posizioni di responsabilità o carichi di lavoro tali da poter serenamente ridurre drasticamente il suo contributo per un periodo consistente?
- Chi selezionerà un concorso simile? L'INFN sembra meno interessato a valutare ricercatori con esperienza, curriculum e idee, e preferire un criterio di selezione basato unicamente sulla cultura generale (peraltro già più volte testata nella carriera di qualunque fisico).
- Per ottenere che cosa? Una misteriosa abilitazione che non costituisce nemmeno una graduatoria, non garantisce un contratto di nessun tipo ma la sola promessa di poter forse un giorno averlo. E questa abilitazione poi, costituisce titolo discriminante per gli eventuali concorsi futuri? Ovvero, chi non ce l'ha partirà svantaggiato in un'eventuale prossima selezione per una posizione nell'INFN?
Tutto questo suona come la dichiarazione di una guerra tra poveri, i cui vincitori saranno probabilmente i meno qualificati. E la dice lunga sull'incapacità dell'INFN di programmare la sua vita a medio e lungo termine: ogni serio ente nazionale di ricerca dovrebbe sapere quante persona vanno in pensione ogni anno, avere un'idea della pianta organica che vorrebbe (o può) mantenere nel medio periodo, e dunque sapere chiaramente quanti posti a tempo indeterminato dovrebbe bandire ogni anno per soddisfare le sue necessità. Magari pure selezionando il personale più adatto alle sue necessità, e favorendo esplicitamente l'eccellenza per mantenersi a quel livello internazionale che l'INFN ama tanto sbandierare. Funziona così dappertutto, tranne che apparentemente in Italia.
A meno che dietro all'R5 ci sia un progetto nascosto di cui non si vuole parlare. Per esempio, si potrebbe decidere di dare con l'R5 pochissime abilitazioni, in modo da scoraggiare esplicitamente il gran numero di precari che bivaccano da troppo tempo tra le file dell'Ente con i contratti dalle finalità più astruse, precari che l'INFN potrebbe aver interesse a mettere alla porta (con un suggerimento mascherato da bocciatura all'esame). O magari si vuole fare una scrematura esplicita dei precari di più lunga data, per svecchiare le fila. Non che nessuna mi sembri una mossa geniale, ma chi può sapere cosa passa per la testa dei dirigenti?
In ogni caso, io l'R5 non lo faccio. Non ho tempo né voglia di preparare una selezione basata su criteri che mi sembrano risibili, per non ottenere nulla di concreto, e sprecando un tempo che mi serve per portare avanti i progetti che ho in corso, per pubblicare, per prepararmi alla presa dati di LHC. Per fare insomma quello per cui ogni fisico delle particelle viene pagato, e per cui dovrebbe venire valutato. Voi fatevi i vostri conti, la scadenza del bando è il 16 maggio.
pinin dice
Beh, con queste premesse neanche io lo farei. Non che mi trovi nella condizione di poterlo fare ancora, ma mi sembra veramente orribile come idea e frustrante per chi, come me, vede la laurea vicina e deve decidere cosa farne della sua vita, sia scientifica, sia soprattutto personale.
Piuttosto, dalla tua esperienza dici che all'estero la mobilità funziona davvero? Se è così, parte della mia sfiducia svanisce 🙂
delo dice
si' nella tua condizione neanche io lo farei...
pero'...
studente di phd, fresco di summer school, qualche conferenza interessante con teorici.
Se il curriculum (per assurdo) non conta nulla
Mah, perche' non rischiare?
ci pensero'...
Xisy dice
Sicuramente hai ragione sulla sua inutilità e stupidità, ma quello che scrivi mi sembra esagerato. Non si tratta di un concorso (per cui è giustamente hanno il loro peso la produzione scientifica e l'esperienza del candidato), si tratta di un'idoneità. O se vuoi, di una preselezione. Non è così strano, in linea di principio, che un fisico sia tenuto a dimostrare di avere competenze culturali minime nel settore in cui esercita. E non mi pare neppure una cosa tanto scontata che le abbia... mentre le pubblicazioni invece spesso sono automatica (in molti casi, la sola presenza in una grande collaborazione garantisce a chiunque, anche il più inattivo, la firma su molti articoli).
Penso che tutto sommato non ci sarà da studiare troppo per chi fa ricerca attivamente.
Marco dice
@Pinin: funziona sicuramente negli Stati Uniti, dove è normale accedere a una posizione permanente dopo i 40. In Europa le cose variano da stato a stato: sicuramente si parla di mobilità in Germania; in Francia è praticamente obbligatorio laurearsi, dottorarsi, fare un post-doc e accedere a una posizione da ricercatore in 4 posti diversi, anche se non è difficile ottenere posizioni permanenti molto presto (ma questa è un'altra storia, che riguarda il modo con cui il CNRS francese gestisce - meglio dell'INFN italiano - il suo organico e le sue risorse nel tempo).
@Delo: il curriculum non conta nulla, il bando lo dice chiaramente. E, sebbene capisca la tua posizione, è proprio questo che mi fa imbestialire: in una selezione del genere un profilo come il tuo è avvantaggiato (il che di per sé non è grave), e io non sono sicuro che l'INFN abbia alcun interesse a selezionare di preferenza profili come il tuo (e questo è grave).
@Xisy: non ho nulla in contrario a valutare la "competenze culturali" di un fisico prima di un'assunzione, quello che non condivido è che questo si riduca ad essere l'unico criterio di valutazione. Inoltre conosce esempi virtuosi in cui altri enti (di nuovo, il CNRS francese) valutano l'idoneità dei candidati in modi meno libreschi e con migliore obiettività (e su questo punto ti rimando alle mie precedenti filippiche sulle selezioni: avremmo bisogno di un sistema di commissioni che sappiano leggere e valutare i CV, scremare le pubblicazioni senza farsi abbagliare dal loro numero, e certamente una cultura delle lettere di raccomandazione che funzioni. Ma siamo lontani).
Riguardo all'ultimo punto mi sembri un po' ottimista, o forse sono io che sono troppo arrugginito e tu sei veramente troppo in gamba rispetto alla media di noi umili operai della ricerca. Un'occhiata ai testi dell'ultimo concorso INFN per i fisici delle particelle io a suo tempo l'ho data, e ti dico senza vergogna che oggi avrei bisogno di ristudiare un po' per essere all'altezza (pur facendo "ricerca attivamente"). E tu?
Xisy dice
@ Marco: Sì, i concorsi sono duri e bisogna studiare sodo. Mi riferivo a questo R5: per le motivazioni che hai esposto, non mi aspetto che sarà una preselezione di alto livello (altrimenti farebbe una strage!). Lo vedo più come un taglio di qualità di alta efficienza. E' un'impressione mia, hai ragione sono ottimista e potrei benissimo sbagliarmi.
Marco dice
[mode PhysicsAnalysis ON]
I tagli di qualità ad alta efficienza hanno un rapporto segnale/rumore molto svantaggioso, e alla fine ti ritrovi sempre a dover raffinare le tue selezioni per qualunque scopo serio. In più, se scegli male la tua serie di variabili discriminanti, rischi veramente di selezionare quello che non ti interessa.
[mode PhysicsAnalysis OFF]
Ma probabilmente il problema è proprio questo: che cosa vuole selezionare l'INFN? Con quale piano per il suo futuro?
Xisy dice
Non saprei.. Magari è una condizione a livello di trigger per non salvare proprio tutto su disco e facilitare la vita all'utente
Scherzi a parte, non sapendo molto dell'R5, facevo un discorso un po' (troppo) generale, ma ora che mi sto documentando meglio devo dire che hai ragione.
Xisy dice
@delo
ma perché, l'R5 devono farlo anche gli studenti di dottorato oppure intendi i neo-dottorati?
Godel dice
"sono il solo a cominciare a sentire un prurito alla nuca?"
io lo sento un po' piu` in basso... e gia` da mo! 🙂
delo dice
@Xisy
mi riferivo alla mia situazione di dottrando.
Intedevo chiunque fosse fresco di "teoria".
Comunque le domande che hai postato non sono per nulla banali,
e anch'io dovrei ristudiare un po'...
Pero' notavo che c'erano domande a full spectrum; un po' di tracking, un po' di misure di energia, scintillatori, daq. E forse cose che non si studiano da nessuna parte, tipo quella con il tempo di digitizzazione.
Direi che sono orientati a mettere domande che piacciano un po' a tutti e credo sia difficile sapere tutto in assoluto, ma ognuno sa le cose del ramo in cui lavora. credo.
Valter dice
Fai bene ad andare dove ti porta il cuore, che vedendo meglio e più in là del cervello, per quanto utile, senza tanti ragionamenti centra il bersaglio, evita sobbalzi e rende per ciò armonica la vita, .
Ary dice
Ciao a Tutti,
non sono una ricercatrice ma una semplice impiegata commerciale che studia Storia all'università.
Non entrerò nel merito delle competenze richieste dall'INFN o altro perchè sicuramente non ho le conoscenze adeguate per affrontare il discorso.
Una cosa però mi ha colpito del post.
E' vero che negli altri Paesi la "mobilità" dei lavoratori è considerata un valore mentre noi in Italia siamo attaccati al cosiddetto posto "fisso".
Ma se durante "l’assoluta normalità di non avere una posizione permanente per un periodo più o meno lungo della propria carriera scientifica" succede che ti ritrovi senza contratto?
In Italia sei col c...o per terra.
Cosa succede negli altri Paesi?
Marco dice
Ciao Ary,
capisco la tua paura, senz'altro giustificata perlomeno in un sistema come quello italiano dove appunto di precariato di parla, e mica di mobilità.
Il punto è proprio questo; precario è un sistema in cui il susseguirsi di posizioni non permanenti è causale, accidentato, non programmato, e non segue nessun vero cammino pianificato verso una potenziale assunzione. DI fatto, si tratta di un sistema che formalizza il concetto di lista d'attesa: il candidato galleggia tra i contratti più ridicoli (a volte lavora gratis) nell'attesa del concorso bandito per lui. Cosa fa nel frattempo è quasi irrilevante, l'assunzione dipende solo dall'età e da quanti prima di lui devono ancora esserlo.
In più, si tratta di un sistema in cio l'interrompersi della catena dell'attesa è un dramma, perché il sistema economico non è in grado (o non vuole) assorbire chi decide di (o si ritrova a) lasciare la carriera accademica a un qualunque punto del suo percorso (a questo proposito, segnalo questa iniziativa dell'ADI, di cui spero di poter parlare più diffusamente, perché ha pregi e difetti).
Un sistema mobile sano concepisce invece i passaggi da una posizione a tempo determinato all'altra come tappe pressoché obbligate (e quindi programmate e pianificate) verso un'eventuale posizione permanente: la parola chiave è tenure track (di cui spero di poter parlare più diffusamente. E la lista si allunga!). E insieme, è un sistema che sa accogliere in filiere diverse i fuoriusciti, a un livello ragionevole rispetto alla loro posizione accademica (si pensi al valore del Ph.D. neli Stati Uniti). Certo, è anche un sistema che richiede molto in termini di presenza e prestazioni (di ricerca e insegnamento), tempo determinato o no.
Io ho un contratto in scadenza tra due anni: cosa dovrei fare? Vivere nell'ansia? La cosa migliore è che io lavori duro e sodo, in modo da poter ragionevolmente aspirare a che qualcuno mi offra una nuova posizione tra due anni. Magari non il CERN, magari altrove. E, visto lo stato delle cose, quasi sicuramente non in Italia.
a quantum diaries surivivor dice
Ciao Marco,
condivido pienamente la tua (e di altri) incazzatura per questa nuova presa per i fondelli, pardon culo. Ti chiedi cosa passa per la testa di questi dell'INFN, che piani hanno... Forse dovresti partecipare a una riunione di gruppo I ogni tanto, e' rinfrescante. Piani nessuno, navigazione a vista, distribuzione "un tanto a capo" dei fondi per non scontentare nessuno. E il Nando (per non fare cognomi), che e' uno con un cervello in testa, lo dice chiaramente: le decisioni sul piano scientifico sono prese sopra la sua testa. Nessuno puo' negare 20 milioni di euro a tizio, perche' si chiama Carlo, e nessuno si sogna di mettere in discussione quell'altro esperimento A, che si sa gia' fara' peggio degli altri due esperimenti che dovevano occuparsi d'altro ma che, gia' che ci sono, non staranno spenti quando passano le robe grosse per far piacere a A. E nessuno puo' controbattere quando dall'alto impongono piani di spesa per il calcolo di LHC che fanno rabbrividire da quanto sono insulsi (e potrei anche dire colpa vostra, che alcuni eventi ci mettete 2000 secondi a ricostruirli, e avete il coraggio di chiedere di mettere tutti i dati su disco!). Ingestibilita', immobilismo totale, paralisi. Il passo seguente te lo lascio immaginare.
In queste condizioni che ti puoi aspettare, che qualcuno si sieda e risolva il problema del precariato nella ricerca in fisica delle particelle ? E' gia' tanto se questi sono capaci di non farci commissariare. Finche' dura.
Ciao
T:
Marco dice
Ciao Tommaso,
La prima e ultima riunione di gruppo 1 a cui ho partecipato risale a circa 6 anni fa, e mi e` bastata. Che in Italia si navighi a vista ormai in ogni campo non mi stupisce piu`, ma non mi consola nemmeno. Possibile che l'unica strategia che riusciamo a immaginare sia la rassegnazione? Nell'attesa forse che quelli "sopra la nostra testa" tirino le cuoia, e possiamo magari passare a rimpiazzarli?
Sul calcolo di LHC ci vorrebbe un post a parte, anzi due. Uno che parli (male) della griglia e delle risorse (finanziarie e umane) che ha assorbito, creando un esercito di pseudo-ricercatori a cui sono state alimentate per anni le aspettative in modo disonesto. E un altro sulla presunzione dei fisici, che si credono capaci di fare tutto, dall'ingegneria elettronica al software, e spesso fanno danni.
Cosa mi aspetto? Certo non una mossa geniale dall'alto; pero` non mi spiacerebbe un po' di dignità dal basso. Che il popolo sia bue lo so bene, ma mi piace illudermi che un giorno o l'altro i poveri smetteranno di farsi la guerra. E invece vedrai, vedrai quanti iscritti a questo benedetto R5. Che tristezza.
Alessandro De Angelis dice
A me sembra che questo concorso d’idoneità sia, al di là delle riserve che nutro sulla legalità dell’operazione, un’inutile umiliazione imposta ai precari, i quali sono chiamati a sostenere una prova di idoneita' che si basa puramente sulle conoscenze e non *anche* sulle competenze e le attitudini alla ricerca che richiederebbero anche una accurata valutazione del CV, comprendente la produttivita' scientifica.
A mio parere, vista la mancanza di competenze richieste, il concorso e' un tentativo di dirigere le scelte dell’ente in un modo regolato più dalla politica (secondo la logica del “chi c’è c’è, chi non c’è non c’è”) che dalla cultura o dall’attualità scientifica delle linee di ricerca. Credo che non ne possa venire che del male già nell’immediato alla ricerca italiana, visto che con tale concorso l'ente non va nella direzione di inglobare in futuro nel proprio organico ricercatori di esperienza e indubbia capacita' e attitudine alla ricerca, cosa della quale la ricerca italiana avrebbe indubbiamente bisogno per stare al passo della competizione con altri paesi.
Inoltre, starei poi attento a non creare una situazione in cui l’ente assumerà solo persone adatte solo ad attività vetuste per le quali il finanziamento europeo, che presumibilmente costituirà in futuro la fonte principale per la ricerca, sta calando e calerà. Non vincolerei insomma la ricerca a linee culturali il cui futuro è molto incerto e che andrebbero finanziate solo dall’amministrazione nazionale o da
amministrazioni locali (come quelle regionali: sta gia' per accadere nella migliore delle ipotesi): è una cambiale che non possiamo chiedere di pagare a chi verrà nei prossimi anni, e che potrebbe decidere di lasciare che la bolla scoppi.
Marco dice
Ciao Alessandro,
fa sempre piacere sentire commenti di questo tipo da parte di personale già "strutturato": per fortuna non sei l'unico professore da cui sento ragionamenti simili, mi piacerebbe forse sentili un po' di più in bocca ai giovani ricercatori (insomma, quelli "appena" entrati) che forse latitano un po' - perlomeno nel numero - quasi che il futuro dell'INFN non li riguardasse perché sono ormai "sistemati". Sono troppo pessimista?
Parli di "linee culturali il cui futuro è molto incerto": a cosa ti riferisci in particolare?
Alessandro De Angelis dice
Mi riferisco a progetti come ILC (per il quale qualunque saggio aspetterebbe i risultati di LHC prima di parlare) e alla superB, oltre che al gerontocomio della zoologia nucleare (non della ricerca nell'energia nucleare, voglio specificare) che mantiene forti nicchie di potere. Forse avremmo bisogno di comitati di valutazione esterni, come i paesi emergenti... Altrimenti persone con forti connessioni possono giocare il ruolo di Giano bifronte: dire per esempio al ministro Gelmini che vogliamo anche noi avere il nostro CERN all'amatriciana, e dire ai colleghi che si', e' una cazzata, ma non si possono mandare a spasso centinaia di persone nei laboratori nazionali, e che comunque ci sono finanziamenti regionali che rendono la cosa appetibile anche per piazzare i "giovani". Vorrei si parlasse piu' di parametri scientifici oggettivi - e ce ne sono.
Marco dice
Mmm, capisco e condivido, specialmente sulla questione ILC e superB. Quanto al "gerontocomio della zoologia nucleare" e il "CERN de noiatri... ROTFL, non avrei saputo sintetizzare meglio! Grazie.
Alessandro De Angelis dice
1) Credo pero' che queste discussioni vadano affrontate in pubblico. Quando cerchiamo (non sono il solo) di parlarne ai vertici in genere non ci viene neanche risposto, come se fossimo ingenui. Bisogna in qualche modo risolvere la dicotomia tra i motivi scientifici e quelli di opportunita': non credo che quello che non e' scientificamente sostenibile sia opportuno - forse lo e' a breve termine, ma bisogna coinvolgere nella discussione anche persone che abbiano un'eta' inferiore ai sessant'anni (!) e dunque abbiano prospettive a medio-lungo termine.
2) Mi pare che il meccanismo malato che si sta creando nella fisica delle alte energie sia il seguente:
- le scelte vengono governate da una gerontocrazia che non ha alcunche' da guadagnare a mettersi in gioco, e quindi cerca di perpetuare uno stato di potere che consente di stare sotto le luci del palcoscenico per qualche anno, che e' quello che manca alla pensione o alla discesa in politica. E a questo scopo sono bene accolti gli R&D inutili o pretestuosi (tipo: faccio comperare una cosa da un'industria e la spaccio per un R&D della continuazione del lavoro che sto facendo, anche se so che scientificamente e’ finito).
- I “generali” di cui sopra scelgono colonnelli compiacenti, che si pagano viaggi in trasferta e post-doc precari di scarsa flessibilita’ (meno flessibili sono e piu’ sono schiavizzabili, cosi’ possono svolgere del lavoro mentre loro vanno alle riunioni. E’ frustrante vedere quanto poco siano coinvolti nella ricerca i professori e i dirigenti di ricerca italiani: questa cosa non ha eguali negli altri paesi. E la difesa e’ sempre “si’, ma in Italia la burocrazia e’ un impegno a tempo pieno.” Ma siamo noi che creiamo la burocrazia: se non ci fosse tutta la burocrazia che c’e’ nella “big science”, questo arrecherebbe danno ai professori e ai dirigenti di ricerca che non avrebbero piu’ motivo di essere. Troppa parte della ricerca italiana sta li’ solo per esigere tasse di passaggio).
- Dopo un po’ la pletora di soldati di ventura assunta (spesso pagata in modo umiliante) dai colonnelli diventa scomoda: invecchia e rischia di saturare il mercato delle assunzioni, snaturando il profilo di eta’ dell’ente – come e’ accaduto ora. Che fare allora? Si possono eliminare i piu’ vecchi e diventati inutili (nel frattempo diventati un po’ burocrati a loro volta, e magari appesantiti da figli)
o O “piazzandoli” in universita’ grazie a un contributo economico all’universita’ stessa (soluzione gradita a tutti ma che inquina la cultura, riempiendo l’universita’ di gente il cui valore principale e’ la tenacia – accompagnata da un supporto economico dalla famiglia. Nel frattempo i bravi vanno all’estero...)
o O convincendoli ad andarsene, per esempio con un meccanismo d’idoneita’ basato sulla sola cultura generale e che li umili di fronte alle forze piu’ giovani e fresche, e meglio schiavizzabili.
o O assumendoli negli enti con sanatorie magari mascherate man mano che il turn-over lo rende possibile (questo meccanismo e’ meno gradito a profesori e dirigenti perche’ non consente di ripartire con lo sfruttamento).
3) Purtroppo (a parte quella di cui al punto 1), che andrebbe affrontata sulla base di parametri oggettivi che ESISTONO, e li’ mi pare che le cose almeno al Ministero dell’Universita’ si stiano muovendo in verso positivo) non ho soluzioni, ma vorrei almeno che si fermasse l’andazzo di quelli che vanno in giro ad accompagnare i loro dottorandi che lavorano al posto loro... Almeno fermiamo il loop di cui al punto 2), altrimenti noi italiani ci faremo ridere dietro dalla comunita’ internazionale se non per il contributo di una minoranza di sani, molti dei quali pero’ lavoroano solo ai margini del sistema nazionale –tollerati ma non amati ne’ coinvolti nelle decisioni- della ricerca o addirittura fuori da esso, con poche possibilita’ di rientro (si sa, una volta che sei partito i concorsi diventano piu’ difficili).
Alessandro De Angelis dice
(speriamo che riaprano i termini del concorso d'idoneita'... se li riaprono m'iscrivo, anche se non penso di passare, o forse si', chissa'... in ogni caso sara' un successo)
Alessandro De Angelis dice
I concorsi sono stati fissati in fretta e furia tra venti giorni... Se si vuole sensibilizzare l'opinione pubblica contro questa ingiustizia il momento giusto e' questo - e credo che tutti quelli che hanno possibile accesso ai mezzi di comunicazione debbano farlo.
Marco dice
Ciao Alessandro,
Per l'opinione pubblica probabilmente c'è ancora qualche chance (chissà se l'Oca è in ascolto? Una mano non guasterebbe), temo invece i diretti interessati: Il problema principale è che, come in tutte le guerre tra i poveri, c'è chi è convinto di poter aggirare le maglie del potere che lo sottomette e umilia giocando con le sue regole (vedi per esempio qui: http://www.buconero.eu/2009/06/date-r5/). Non sarà facile.
Alessandro dice
Non so che cosa sia l'Oca... mi scuso... Ma mi sembra che tanti si avviino al macello in silenzio...
Marco dice
L'Oca Sapiens è Sylvie Coyaud, che ogni tanto passa da queste parti, e che come giornalista scientifico potrebbe decidere di dedicare un po' di spazio alla questione. Cercherò di contattarla di persona.
RIguardo alle pecore avviate al macello, qualcosina si muove (vedi per esempio qui http://www.buconero.eu/2009/06/io-non-andr5o/, ma concordo, ancora troppo poco). Il mio tempo a disposizione in questi giorni era molto limitato (ero via a una conferenza), da domani vediamo se si riuscirà a urlare un po' più forte.
Alessandro De Angelis dice
Ho conosciuto Sylvie Coyaud, ne ho avuto un'ottima impressione; penso tu faccia bene a contattarla. Se posso essere utile non ho problemi ad espormi - e' una lotta per il futuro delle persone e del paese, se non facciamo niente lasciamo che si rubi la vita ad alcuni fra i giovani migliori.
Delo dice
@Marco
Interessante che mi sia ricapitato tra le mani questo tuo post, proprio alla vigilia di un concorsone...
Ma questa volta, io lo faro'... la situazione generale del campo non mi permette di essere troppo schizzinoso e poi perche' c'e' assunzione immediata (e non abilitazione).
Pero' quello che dici nel post e' quello che ho pensato in questi mesi. Con responsabilita' serie nell'esperimento e datore di lavoro non italiano e' stato praticamente impossibile studiare seriamente... l'unica speranza e' che sia cosi' un po' per tutti i 721...
D
Marco dice
Si, almeno a questo turno ci sono i posti chiaramente assegnati (anche se in quell'occasione alla fine tutti quelli che "vinsero" furono assunti). Come dici, restano le considerazioni di allora, e i soliti dubbi sul senso di questo genere di selezione libresca e nozionista. In bocca al lupo!